Figlio di un appuntato della Forestale di stanza a Randazzo, Pallante all'epoca dei fatti era uno studente di giurisprudenza. Politicamente attratto dalle idee liberali (fu presidente del blocco liberale qualunquista di Randazzo, un formazione fuoriuscita dal Fronte dell'Uomo Qualunque), considerava particolarmente pericolosa per il paese la politica del Partito Comunista Italiano, di cui all'epoca Togliatti era segretario.
Fu processato e condannato nel luglio del 1949 a tredici anni e otto mesi di reclusione, ma il 31 ottobre 1953, in appello, la pena è ridotta a dieci anni e otto mesi; il resto della pena gli viene condonato per effetto dell'amnistia e alla fine del 1953 uscirà dal carcere dopo cinque anni. Scontata la pena, trovò impiego, come il padre, alla Forestale. Sposato, con due figli e alcuni nipotini, attualmente vive da anonimo pensionato novantaduenne a Catania.