Ciò nonostante, Pietro Acciarito, mescolatosi il 22 tra la folla che salutava l'arrivo del sovrano presso l'ippodromo, riuscì ad avvicinarsi armato di coltello alla vettura reale. Re Umberto, notata tempestivamente l'arma impugnata, fu in grado di schivare con facilità il tentativo dell'anarchico di sferrargli un colpo e rimase illeso. Essendo appena riuscito a graffiare la carrozza che recava il sovrano, Acciarito si allontanò con calma e, nella confusione seguita al suo gesto, fu fermato solo dopo ch'ebbe percorso circa 50 metri. Il re, non volendo apparire scosso dall'evento, assistette alle corse come da programma.
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