Sgomberi a Roma, «si accelera»: il piano della Prefettura e priorità per liberare gli edifici

Timori per le infiltrazioni dei clan criminali

Sgomberi a Roma, «si accelera»: il piano della Prefettura e priorità per liberare gli edifici
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 11:40

Ricompare la parola sgomberi nell'agenda della Prefettura di Roma, il piano si accelera. E per il 2023 la lista degli immobili da liberare annovera ben 27 diversi siti. Un elenco di volta in volta rivisto a seconda della urgenza dei provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria. Ma non sarà l'unico criterio di priorità: perché ove vi fossero situazioni più complicate da gestire (ovvero con all'interno troppi nuclei in condizioni di fragilità da dovere ricollocare), allora si procederà comunque recuperando gli spazi più accessibili. I primi della lista? Via Calpurnio Bibulo a Cinecittà, viale del Policlinico e via Prenestina. Sugli obiettivi si è focalizzata, ieri, l'attenzione della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica a cui ha presenziato il ministro dell'Interno ed ex prefetto della Capitale, Matteo Piantedosi. All'incontro, presieduto dall'attuale prefetto Frattasi, hanno partecipato, oltre ai vertici provinciali delle forze dell'ordine, il Capo della Polizia, Lamberto Giannini, il sindaco Roberto Gualtieri, accompagnato dal Capo di Gabinetto e dagli assessori Lucarelli, Funari e Zevi, nonché i magistrati della Procura Michele Prestipino Giarritta e Stefano Pesci e i rappresentanti della Regione e dell'Ater, Andrea Napoletano e Luca Luigi Manuelli.

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Un vertice, dunque, interamente dedicato alla tematica delle occupazioni abusive, argomento già caro al numero uno del Viminale. Si tratta di un fenomeno esteso e complesso, che presenta notevoli implicazioni sul piano della sicurezza e dell'ordine pubblico, anche tenuto conto dell'intollerabile ingerenza, in alcuni casi, di note famiglie criminali, autentiche tenutarie del racket delle occupazioni. Clan che, negli anni, con le intimidazioni e le estorsioni si sono accaparrati interi lotti delle case popolari trasformandoli in enclave (quasi) impenetrabili di delinquenza e spaccio. Non a caso in quartieri come il Laurentino, Tor Bella Monaca, San Basilio, Ostia Nuova, Primavalle, nel tempo sarebbero approdate famiglie legate alla Camorra e alle ndrine transfughe nella Capitale.
Durante il vertice sono state tracciate, in continuità con l'azione di prevenzione e contrasto già da tempo avviata dalla Prefettura di Roma, le linee di sviluppo di ulteriori iniziative dirette a velocizzare, attraverso l'attuazione di un piano di intervento, le procedure per restituire alla legalità unità immobiliari, sia di proprietà dell'Ater che di proprietà del Comune, occupate abusivamente.

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In cima alla lista compare, dunque, via Calpurnio Bibulo, un edificio occupato ormai stabilmente da 96 persone per le quali sarebbe già in atto un piano per il reperimento di alloggi alternativi.

Le istituzioni stanno al riguardo ragionando anche sull'ipotesi di poter acquistare l'immobile e sanare così la situazione. Lo sgombero, tuttavia, potrebbe avvenire con una certa velocità rispetto alla tabella di marcia. Più complicato lo scenario per la ex Maam, il Museo dell'altro e dell'altrove, di via Prenestina. All'interno vi sono 70 nuclei familiari, circa 200 persone. Anche qui si sta prendendo in considerazione l'acquisto dalla proprietà, ma la riconversione della struttura, un'ex fabbrica, in appartamenti sarebbe piuttosto onerosa. Infine, per viale del Policlinico l'idea è quella di procedere come per viale delle Province, con una exit strategy, insomma, concordata con gli occupanti e trovando delle alternative negli immobili di residenza popolare (500 quelli in assegnazione quest'anno). Una linea soft già imboccata dalla prefettura negli anni passati e sperimentata in primis con l'occupazione di via del Caravaggio. Intanto, la cabina di regia procederà per tre capitoli: quello delle occupazioni abusive di stabili di edilizia pubblica residenziale, quello delle proprietà private violate e quello degli sfratti. In ogni caso sarà rafforzato il sistema di prevenzione di nuove occupazioni, con l'installazione di telecamere, porte blindate e la sorveglianza almeno saltuaria della polizia locale negli oltre cento siti a rischio.

 

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