Tutto è partito da un muretto medievale. Una traccia che non è sfuggita all'occhio esperto degli archeologi. Lo scavo è andato avanti, e dagli strati di terra mista a fango (per una falda acquifera) ecco riaffiorare, a quattro metri di profondità, la sorpresa: enormi blocchi di travertino che sostenevano un'arcata intera perfettamente conservata, larga almeno tre metri. Così, negli ultimi giorni di indagini, è riemerso uno sconosciuto ponte romano di duemila anni fa durante i lavori di allargamento della Tiburtina, all'altezza dell'undicesimo chilometro della via moderna e al VII miglio di quella antica. La struttura di epoca imperiale serviva alla antica Tiburtina ad attraversare il Fosso di Pratolungo, poco prima del punto in cui il corso d'acqua confluisce nell'Aniene.
L'area aveva già calamitato l'attenzione degli specialisti della Soprintendenza di Roma guidata da Daniela Porro. «A febbraio scorso - racconta l'archeologo Fabrizio Santi che sta dirigendo lo scavo - è venuto alla luce parte di un primo ponte in opera quadrata di tufo, databile tra la fine del III e il II secolo avanti Cristo».
LA SQUADRA
Dati alla mano, l'équipe di Fabrizio Santi, con le archeologhe Stefania Bavastro e Mara Carcieri, sta facendo chiarezza sulla struttura. «L'uso del travertino e le altre caratteristiche dell'arcata rimandano, per confronto con i ponti dell'Urbs, all'età imperiale - riflette Santi - Difficile, per ora, restringere l'arco cronologico, che speriamo di circoscrivere dopo lo studio analitico delle stratigrafie». La scoperta, che la Soprintendenza per i lavori del Comune di Roma, fa luce anche sulla storia di questa porzione di Tiburtina: l'arcata è stata rinvenuta priva della parte centrale. L'assenza della chiave di volta è da attribuire alla risistemazione dell'area in età medioevale e rinascimentale, quando il ponte venne parzialmente demolito e chiuso da due muraglioni di tre metri di altezza.
«I rifacimenti del ponte dall'età repubblicana a quella medievale e rinascimentale, dunque la sua lunga vita, dimostrano la grande frequentazione in tutte le epoche e in particolare in quella romana di questo asse viario anche nel suburbio che era affiancato da necropoli, mausolei, impianti termali e più lontano da ville. «Il ponte appena ritrovato - precisa la soprintendente Daniela Porro permetterà di comprendere meglio la topografia antica della zona ed i suoi sviluppi nei secoli». Riguardo all'avanzamento dei lavori per la costruzione del previsto ponte del Fosso di Pratolungo, l'assessore capitolino ai Lavori pubblici Ornella Segnalini dichiara che «sono già state individuate le soluzioni adeguate senza che si subiscano ritardi sul cronoprogramma stabilito».