Roma, a Porta Maggiore degenera una lite per la viabilità: calci e pugni tra le auto

Sarebbero almeno quattro gli uomini coinvolti. Altri tre sarebbero scesi dalle proprie macchine nel tentativo di calmare gli animi e separare i litiganti

Roma, a Porta Maggiore degenera una lite per la viabilità: calci e pugni tra le auto
di Redazione cronaca
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Martedì 14 Febbraio 2023, 07:48

Forse un sorpasso azzardato. O una precedenza non rispettata: non sono ancora stati chiariti i contorni della lite degenerata in rissa domenica pomeriggio in piazza di Porta Maggiore. Al momento, ci sono i racconti dei tanti testimoni che stavano attraversando la strada quando è scoppiata la lite. E degli schiaffoni. Da quanto è stato possibile ricostruire fin qui, sarebbero almeno quattro gli uomini coinvolti. Altri tre sarebbero scesi dalle proprie macchine nel tentativo di calmare gli animi e separare i litiganti.

I TESTIMONI

«Il semaforo era appena diventato rosso quando ho sentito delle grida. All'improvviso ho visto un uomo scendere dalla macchina e correre verso un'auto della prima fila e aggredire il conducente». Così hanno raccontato i testimoni. Qualcuno, nel timore che la situazione degenerasse, ha scattato anche alcune immagini. Tuttavia la lite non è durata che qualche istante. Secondi ad altissima tensione.

Alcuni dei presenti inoltre, avrebbero raccontato di aver sentito, tra i rimproveri, uno dei litiganti gridare: «Non mi hai visto mentre passavo?». Poi sono volati spintoni, qualche calcio e gli schiaffi che hanno spaventato gli altri automobilisti fermi al semaforo di piazza Porta Maggiore.
Solo quando il semaforo è diventato verde la situazione è tornata lentamente alla normalità. I coinvolti nella feroce lite infatti sono risaliti ognuno al volante della propria auto, ingranando la marcia e scappando via a gran velocità. Tanto che sul posto non c'è stato il tempo di far intervenire le forze dell'ordine. «Abbiamo temuto il peggio quando hanno iniziato a picchiarsi. Non sapevamo che fare, è accaduto tutto in pochissimi secondi ecco perché non abbiamo fatto in tempo neanche a chiamare i soccorsi», concludono i testimoni.
 

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