Non è un caso che con il suo ultimo disco Noi. Loro. Gli altri, certificato dalla Fimi quattro volte Disco di platino per l’equivalente di 200 mila copie vendute, si sia aggiudicato la Targa Tenco come Miglior album, il massimo riconoscimento della canzone d’autore italiana (andrà a ritirarla a fine ottobre al Teatro Ariston di Sanremo). Nei testi di Marracash c’è uno spessore diverso dalla filosofia spicciola dell’uomo di strada: tra versi politici, riflessioni sulla società e autoanalisi, Fabio Bartolo Rizzo, il vero nome del rapper, 43 anni, siciliano di nascita ma milanese d’adozione, negli ultimi anni ha imbottito le sue rime di una maturità e di una profondità non comuni nel rap d’alta classifica.
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I TEMI
«Non volevo fare un tour sulla mia carriera.
Quello legato a Persona, originariamente in programma nella primavera del 2020 e poi rimandato addirittura cinque volte a causa della pandemia, ora è diventato anche il tour di Noi. Loro. Gli altri. Le diciassette date nei palasport hanno venduto più di 150 mila biglietti, con sold out in tutte le città. Lo spettacolo, lungo due ore e mezzo, certifica la sua crescita: «È un progetto ambizioso. Rispecchia il salto che ho fatto con gli ultimi lavori», spiega. Sul palco non ha voluto musicisti: la band, composta da Jacopo Volpe (batteria), Claudio Guarcello (tastiere), Eugenio Cattini (chitarra), Roberto Dragonetti (basso) e Paolo Parpaglione (sassofono), suona dietro il maxischermo sul quale vengono mostrati video curatissimi.
LO PSICOLOGO
Ad un certo punto c’è anche quello di una seduta dallo psicologo: «Evitare la sofferenza è una sofferenza. Negare un fallimento è di per sé un fallimento. Nascondere la vergogna, è una forma di vergogna», dice Marracash, citando il libro La sottile arte di fare quello che cazzo ti pare di Mark Manson. In Nemesi sullo schermo compare l’ologramma di Blanco, con il quale il rapper ha inciso il pezzo (il tenore ucraino Vassily Solodkyy fa invece il suo ingresso in carne e ossa su Pagliaccio, cantando l’aria di Leoncavallo). «Mi sono preparato come mai avevo fatto prima, tra serietà e abnegazione. Ho smesso di fumare sigarette, lavorato sul mio corpo e sulla mia mente. Ho fatto due tour di seguito, se contiamo anche quello estivo: è stato faticoso, ma sono contento», racconta Marracash. A Roma, dove tornerà anche sabato 1 e domenica 2 ottobre, arriva dopo il successo delle sei date che al Forum di Assago a Milano hanno radunato 70 mila spettatori: «E abbiamo appena cominciato», sorride lui.
Palazzo dello Sport, Piazzale Pier Luigi Nervi 1. Venerdì, sabato 1 e domenica 2 ottobre, ore 21.
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