Quando la cassa finge di essere amica

di Maria Lombardi
2 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Gennaio 2014, 21:59 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 08:12
Bisognerebbe creare dei video tutorial per la cassa amica



@KantsExibitions



C’è un ingorgo di carrelli alle casse del supermercato di un centro commerciale, tutti in fila davanti alle commesse. Alla cassa amica il vuoto, sembra un miraggio: libera e veloce. Fai tutto da solo ma almeno fai in fretta, non si capisce perché nessuno ne approfitti. Si capirà dopo.

Sembra semplicissimo fare il cliente-cassiere. Basta passare il prodotto davanti al lettore facendo attenzione a rivolgere il codice a barre verso la spia luminosa, poggiare nella busta, pagare. Che ci vuole? Con il prosciutto ok, anche con yogurt, pane, latte e insalata. Ma basta spostare di un millimetro la busta poggiata su un ripiano che è una bilancia per distribuire meglio i pacchetti e tutto si blocca. «Prodotto non calcolato», la scritta sul display informa che si deve ricominciare. Di nuovo prosciutto, latte eccetera, questa volta sembra andare bene finché non si arriva al detersivo per piatti. «Prodotto non riconosciuto». Lo schermo assicura che arriverà una commessa in soccorso. Mente, bisogna cavarsela da soli. Tutto da capo. Al terzo tentativo - rinunciando al detersivo - finalmente è fatta. Carta di credito, digitare il codice. «Transazione non effettuata». Proviamo con il bancomat. Funziona, e meno male ci si comincia a innervosire. Peccato che il pagamento sia stato effettuato due volte, come avvisa sms della banca. La commessa non si vede nemmeno questa volta, bisogna andarla a cercare. Arriverà il rimborso, assicura. Si va via invidiando quelli in fila e maledicendo la cassa che fa finta di essere amica.



maria.lombardi@ilmessaggero.it