Stecche e risate, è il ritorno del karaoke

di Marco Pasqua
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Lunedì 20 Gennaio 2014, 07:08
Serata karaoke...

E ritorno ad avere

15 anni! #funny #saturday




@Ylenia_Aruta



Tra le eredità mai dismesse che ci hanno lasciato i magici anni Novanta, vissuti col complesso di inferiorità verso gli sfavillanti anni Ottanta, c'è sicuramente il karaoke. La cui fortuna italiana (per molti, i più criticoni, fu una sciagura) fu merito di un Fiorello codino-munito, ai suoi esordi televisivi. Quante serate passate a commentare in tv questa o quella casalinga o aspirante Loredana Bertè cimentarsi con note alte, in performance che, spesso, erano un attentato alla resistenza dei cristalli di casa. Venti anni dopo, il karaoke sta tornando, anche se in fondo non è mai andato via da sagre e feste, in cui la gente si dimentica per un attimo di non essere Tiziano Ferro e inciampa in memorabili stecche. Molti locali della capitale propongono serate cantate, popolate non dalle aspiranti e ambiziose star di X Factor o The Voice, ma da chi si crogiola nell'assenza totale di intonazione. Nel sabato sera di «Giam», nel quartiere Ostiense, vince chi riesce a calcare il palco con la sfacciata consapevolezza di non avere alcuna conoscenza di accordi e tempi. E il pubblico apprezza il coraggio di chi si mette in gioco. «Se canta lui posso farlo anche io», è la reazione a catena che spinge i «cantanti per una notte» a dar prova delle loro doti (molto nascoste). Emuli di Lady Gaga o Beyoncé, alle prese con una missione impossibile: quella di azzeccare almeno una nota. Ma il divertimento è tutto là: nel lasciarsi andare, senza perfezionismi e ambizioni. Tutto per un applauso, tra le risate.



marco.pasqua@ilmessaggero.it