Gli studenti romani in visita ad Auschwitz: «Ci spaventa l'antisemitismo, ma si lavori per la pace»

Paure e speranze dei 18 anni dopo l’escalation del conflitto tra Israele e Hamas

Studenti delle scuole romane davanti alla sinagoga di Tempel a Cracovia
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Martedì 24 Ottobre 2023, 10:03

Dopo lo stop imposto dalla pandemia, 200 ragazzi romani sono tornati in questi giorni ad Auschwitz-Birkenau grazie ai Viaggi della memoria organizzati dalla Città metropolitana e dalla comunità ebraica capitolina. Ma quest’anno l’appuntamento non dà soltanto la possibilità a giovani studenti di comprendere “dal vivo” l’orrore che hanno scoperto grazie a libri e documentari, girando per i luoghi dove sono stati commessi crimini efferati contro l’umanità.

Finisce, in ragazzi prossimi alla maturità, per rimettere in discussione e per analizzare sotto diversi aspetti quanto sta succedendo in Medioriente con il conflitto israeliano-palestinese e i regurgiti antisemiti che si stanno registrando anche nel democratico Occidente. Al Viaggio della memoria di quest’anno ha partecipato anche Riccardo, 18enne studente dell’Enrico Mattei di Cerveteri. «In questi giorni ad Auschwitz - dice - abbiamo visto quali livelli di male può produrre l’umanità. Guardando i lager, ho provato disprezzo per le scelte fatte da alcuni e per come sono state trattate persone innocenti. Ieri come oggi».

Per Riccardo, se c’è un parallelo tra il passato e il presente, questo «è nella discriminazione. Ma se penso a quanto sta succedendo in Israele, pur comprendendo le necessità e i diritti di chi deve difendersi, credo che la guerra sia la soluzione sbagliata». A differenza di quanto si possa pensare, oggi i 18enni, soprattutto se più informati, non amano ostentare certezze.

Come Marco, compagno di scuola di Riccardo. «A me spaventa il doversi schierare a tutti i costi senza avere gli elementi necessari. Chiariamolo: quello di Hamas è terrorismo orribile e Israele ha il diritto di difendere la sua sicurezza. Credo che non ci sia soltanto l’antisemitismo negli scontri di di oggi, ma problemi atavici che nessuno ha mai voluto affrontare». Di conseguenza, il suo sguardo va oltre: «Bisogna lavorare per garantire la pace».

Andrea, diciottenne romano dell’Orazio anche lui ad Auschwitz in questi giorni, dice di provare «sgomento sia visitando i luoghi dell’Olocausto sia vedendo le scene di violenze di questi giorni come il ritorno dell’ antisemitismo».  Non nasconde di essere spaventato per il suo futuro: «La guerra in Ucraina dimostra che l’Europa non è più per forza quel luogo di pace che conosciamo: si sono rotti gli equilibri del passato. E quel che è peggio che lì come in Israele dopo gli attacchi criminali di Hamas, pagano sempre i civili».

Stesse paure per il futuro è identica rabbia le prova Carlotta, 18enne studentessa del Pellegrino Artusi. Dopo le immagini viste alla tv sul conflitto israelo-palestinese, dice «che l’uomo non ha imparato nulla dalla storia. Gli ultimi casi di antisemitismo nel mondo dimostrano che la risposta più stupida resta generare ulteriore odio».

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