L'attenzione degli inquirenti si concentra proprio sulle procedure in merito alla gara d'appalto, per la quale Cascarino avrebbe ricevuto «da Domenico Francia e Nello Delli Castelli somme complessive pari ad almeno 78.550 euro». Relativamente alla contestazione di corruzione, secondo l'ipotesi del sostituto procuratore Corrado Fasanelli, rientra anche un altro episodio: la presunta ristrutturazione di un immobile di proprietà dello stesso Cascarino, operata dal solo Francia scrive l'accusa, in via Monteleone Sabino. Tutta questa serie di favori sarebbe partita dall'assegnazione dei una gara d'appalto del valore di 1.270.368 euro, nella quale Cascarino avrebbe agito «evitando che nei confronti dell'imprenditore Francia venisse effettuata comunicazione ad Anac in ordine a false autodichiarazioni».
Quest'ultime avrebbero dovuto essere «rese» si legge nell'imputazione nel corso dell'esecuzione dell'appalto relativo alla costruzione di una scala antincendio che avrebbe pregiudicato la proroga al predetto imprenditore». In relazione a comunicazioni circa il corretto svolgimento dei lavori, tutti gli indagati, fatta eccezione per Francia, sono anche accusati di truffa e falso. Insieme gli indagati avrebbero attestato per veri atti che, per l'accusa, non sarebbero corrisposti al vero: trasporti in discarica e rivestimenti in quarzo.
Il processo, che verrà celebrato nei prossimi mesi, è parte di una maxi indagine operata dagli uffici di piazzale Clodio in merito all'amministrazione e la gestione del patrimonio immobiliare dell'Asl Roma 1. Le indagini avevano portato nel marzo 2017 all'arresto dell'ex dirigente Claudio Cascarino.
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