San Camillo, a Roma gare truccate: tre anni all’ex top manager accusato di favorire ditte amiche

San Camillo, a Roma gare truccate: tre anni all’ex top manager che favoriva le ditte amiche
di Adelaide Pierucci
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Domenica 18 Luglio 2021, 11:18 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 00:34

Per mesi Alessandro Agneni, architetto, capo dell'ufficio tecnico del San Camillo, avrebbe sfruttato il suo ruolo per favorire aziende a lui vicine, in una delle quali aveva compartecipazioni occulte. Avrebbe manipolato le gare d'appalto e talvolta alleggerito le incombenze delle ditte vincitrici, come nel caso della manutenzione dei servizi elettrici dell'ospedale, mai pretesa. A più di cinque anni dai fatti, e dal relativo licenziamento, il top manager è stato ora condannato a tre anni di carcere con l'accusa di frode nelle pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti, rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio. Caduta l'ipotesi di corruzione, la contestazione più grave è rimasta la frode.

San Camillo, le gare truccate

 

Agneni in veste di direttore dell'Unità operativa complessa di Ingegneria dell'azienda ospedaliera, e l'imprenditore Daniele Saccà, condannato a un anno e 8 mesi, amministratore dell'azienda Stim srl, avrebbero «commesso in concorso una frode nell'esecuzione del contratto del Multiservizio Tecnologico non fornendo la manutenzione degli impianti elettrici e di condizionamento dell'ospedale seppure previsto contrattualmente».

Le verifiche, tra luglio e agosto del 2015, sarebbero state evitate grazie all'appoggio del manager, preposto al controllo degli impianti della struttura.

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LE GARE
Tra maggio e luglio di quell'anno, il manager - in base alla conclusione del processo che lo ha portato alla condanna insieme a due imprenditori - avrebbe turbato una gara pubblica per realizzare dei lavori nel pronto soccorso e venti posti in terapia intensiva in vista del Giubileo straordinario della Misericordia. In questo caso il direttore ospedaliero avrebbe invitato alla procedura negoziata soggetti vicini «individuati già a monte affinché gli unici partecipanti si aggiudicassero la gara con un ribasso del 5%».

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Un accordo, che ha portato alla condanna a 1 anno e 4 mesi anche di Ferdinando Lombardi, amministratore dell'azienda favorita, la M.T.C. Per i magistrati Agneni avrebbe utilizzato le notizie riservate apprese all'interno dell'ospedale. Come nel caso del bando relativo al pronto soccorso e alla terapia intensiva vinto dalla Stim, società in cui avrebbe avuto «compartecipazioni occulte». Ad Agneni assistito dall'avvocato Luca Ripoli, era stata contestata anche un'accusa di peculato, ritenuta però dal giudice prescritta, e una corruzione, non ritenuta sussistente. I tre imputati condannati dovranno risarcire in solido il danno procurato all'azienda ospedaliera. Nel frattempo i giudici d'appello per le misure di prevenzione hanno restituito al top manager beni per un milione di euro, confiscati qualche mese fa.
 

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