Appalti truccati a Sperlonga, il funzionario del Comune: «Sembravano già tutti d'accordo»

Armando Cusani davanti al tribunale di Latina
di Marco Cusumano
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Mercoledì 18 Dicembre 2019, 14:24
Una testimonianza chiave, ieri pomeriggio nell'aula della Corte d'Assise del tribunale di Latina, per capire come funzionava il sistema degli appalti al Comune di Sperlonga. Nell'ambito del processo Tiberio è stato ascoltato un funzionario dell'ufficio tecnico il quale ha raccontato alcune fasi precedenti all'assegnazione di una gara d'appalto.

«Alla convocazione delle ditte - ha spiegato in aula il teste, rispondendo alle domande del pm Valerio De Luca - è accaduto qualcosa di veramente strano. Il clima era particolare, come se i partecipanti fossero già tutti d'accordo. A un certo punto il rappresentante di una ditta ha detto che voleva ritirare l'offerta, perché si erano presentati per errore a quella gara. Noi non sapevamo cosa fare, alla fine è stato deciso di escludere quella ditta e ha vinto l'azienda di Ferrazzano». 

Il pm ha incalzato il teste chiedendo se avesse visto l'offerta della ditta che si era ritirata. «Sì ho visto il contenuto della busta - ha risposto il funzionario - quella ditta avrebbe vinto la gara se non si fosse ritirata». Un clima particolare lo definisce il testimone, riferendo anche di aver chiesto lumi all'architetto Isidoro Masi per sapere come comportarsi. «Mi ha risposto - ha riferito il testimone - dicendo che le gare d'appalto funzionano così, che non mi dovevo preoccupare».

Le gare d'appalto «funzionano così», almeno quelle truccate, come sostiene la Procura che all'epoca riuscì a mettere a segno 10 arresti scardinando un sistema di corruzione estremamente radicato nel piccolo paese del Sud Pontino. In carcere finì anche il sindaco Armando Cusani che ieri era presente in tribunale, seduto tra il pubblico. Di lui si è parlato molto nella lunga deposizione del testimone. Specialmente quando il pm ha fatto ascoltare in aula alcune intercettazioni chiedendo al teste di attribuire i nomi alle voci registrate. In una si sentiva chiaramente la frase «Armando ha rotto o cazz» e il pm ha chiesto chiarimenti. «Sì è stato uno sfogo - ha detto il testimone - per alcune pressioni che ricevevamo, per far funzionare l'ufficio in un certo modo».

Ha raccontato anche di altri scontri tra gli uffici e i vertici della politica, dopo una serie di pressioni che, secondo la Procura, erano finalizzate a ottenere vantaggi. «Mi chiamarono - ha detto il funzionario spiegando come arrivò a coprire quel ruolo - per una riunione all'hotel Ganimede, che tra l'altro era chiuso perché anche lì c'erano problemi di natura giudiziaria. Mi dissero che c'era bisogno di me all'ufficio tecnico e così mi trovai in servizio lì senza però avere nessuna competenza». La Procura contesta l'affidamento di diversi appalti, il più importante, da 700.000 euro, per la riqualificazione del complesso archeologico di Villa Prato. Prossime udienze il 28 aprile e 5 giugno per proseguire con i testimoni dell'accusa. 

Marco Cusumano
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