L'inchiesta ruota attorno alla figura dell'ex direttore sanitario dell'ospedale nonché funzionario di vertice Carmine Iovine, cugino del boss dei Casalesi, oggi pentito, Antonio Iovine; il «Iovine medico» è finito in carcere dopo che per ben due volte, nei mesi scorsi, il Gip aveva rigettato la richiesta di misura cautelare a suo carico, mentre altre sei persone, tra dipendenti dell'ospedale e imprenditori che hanno vinto gare truccate, sono finite ai domiciliari. «La circostanza ancora più grave - prosegue la Troncone - è che anche durante la fase in cui a gestire l'ospedale era la Commissione nominata dal Ministero dell'Interno, Iovine e i suoi collaboratori creavano ad arte atti di controllo relativi all'andamento degli appalti aggiudicati; i controlli però non erano mai stati effettuati».
Il capo-centro della Dia di Napoli Giuseppe Linares, che ha realizzato le indagini, parla di una «lobby sanitaria in cui aziende del settore si dividono gli appalti in settori strategici come quelli dei servizi e danneggiano così gli imprenditori onesti e gli stessi utenti».
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