Trevi, il Comune si arrende: «Via i vigili "bagnini", ora vigilantes privati»

Trevi, resa del Comune via i vigili bagnini: «Ora guardie private»
di Lorenzo De Cicco e Laura Larcan
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Martedì 20 Agosto 2019, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 10:20

I vigili «no», per loro è troppo stancante. I vigilantes privati, quasi sempre pensionati, invece, sì. Anche se rappresentano un costo in più per le casse del Campidoglio e quindi per i contribuenti di Roma. L'amministrazione di Virginia Raggi è pronta a trattare con i sindacati dei pizzardoni che in questi giorni, come raccontato ieri dal Messaggero, protestano per la nuova incombenza prevista dal Regolamento della Polizia urbana appena approvato. Cioè far rispettare il divieto di «arrampicarsi, sdraiarsi o sedersi» sulle vasche monumentali.

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A partire da Fontana di Trevi, dove sono state spedite le pattuglie dei caschi bianchi h24, proprio per scacciare i turisti dai bordi di travertino ed evitare bivacchi molesti. Non sembrerebbe un'operazione troppo ostica, eppure gli agenti della Municipale rumoreggiano: «Non possiamo ridurci a fare i bagnini - ha dichiarato Francesco Croce, segretario della Uil Funzione Pubblica di Roma - Inseguire chi si avvicina alla fontana è un compito che svilisce gli agenti in servizio», sostiene. E dunque? Le corporazioni interne dei vigili vorrebbero una barriera, «un'infrastruttura che impedisca ai turisti di sedersi a bordo vasca». Raggi per il momento non interviene sulla querelle: la sindaca è in vacanza e ha accettato di incontrare i sindacati il prossimo 5 settembre, proprio per ridiscutere le «mansioni operative» degli agenti, che si sono spinti a ipotizzare uno «stato di agitazione», come extrema ratio, per mettere fine a queste presunte «gravi condizioni di disagio» che vivrebbero in servizio.
 



«NIENTE GUARDRAIL»
La presidente della Commissione Cultura, la grillina Eleonora Guadagno, fa capire che i vigili, come da loro richiesto, verranno dispensati dalla mansione che considerano troppo faticosa. E per rimpiazzarli ci saranno addetti privati. Dice Guadagno: «Abbiamo già discusso della questione nel Movimento; le barriere non sono una soluzione praticabile, perché bisogna pensare all'armonia del contesto in cui verrebbero inserite». Insomma, l'idea di un guardrail accanto al capolavoro del Barocco è cassata in partenza.

Ma, aggiunge la numero uno della Commissione Cultura, «siamo orientati a rivolgerci di nuovo ad associazioni di volontari che potrebbero occuparsi di allontanare i turisti, per esempio i carabinieri in congedo, come è stato sperimentato per qualche mese in passato». Insomma i pensionati dell'Arma dovrebbero fare quello che i vigili in servizio reputano troppo spossante. E con un costo in più per l'amministrazione, perché sì, si tratta di volontari, ma è anche vero che le associazioni sarebbero comunque pagate dal Comune per il servizio. «Ma sarebbe un costo relativo per le finanze del Comune», è convinta Guadagno. Quindi avanti tutta.

IL MINISTERO DI BONISOLI
La questione, d'altronde, non può scivolare dalle mani delle soprintendenze dei beni culturali che, quanto a interventi sulla tutela dei monumenti, hanno sempre l'ultima parola. Almeno dovrebbero. Se gli uffici di Palazzo Lovatelli, quartier generale della Sovrintendenza capitolina guidata da Maria Vittoria Marini Clarelli, scelgono la linea della cautela e non prendono posizione in queste ore, la questione viene tenuta sotto stretta sorveglianza dal Ministero dei beni culturali. Il tema delle barriere/transenne anti-bivacco intorno a fontane e monumenti simbolo del patrimonio storico non lascia insensibile il ministro grillino Alberto Bonisoli, che in passato si è sempre pronunciato a sfavore, auspicando regole e controlli in funzione del decoro.

Fonti del ministero, non a caso, fanno notare che «ogni provvedimento che tutela i beni culturali non può che essere apprezzato». «Per quanto riguarda Roma - osservano dal Collegio Romano - è significativo che dopo 70 anni, finalmente, il Campidoglio si sia dotato di un regolamento comunale di polizia locale volto anche alla tutela dei beni culturali».
 

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