Ponza, niente aliscafi da Anzio: il fondale è troppo basso, molti turisti costretti a rimandare la partenza

L’imbarcazione di proprietà della Vetor supera il limite per appena 10 centimetri. Grossi disagi per i turisti sulla banchina. In molti costretti a rimandare la partenza

Ponza, niente aliscafi da Anzio: il fondale è troppo basso
di Ivo Iannozzi
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Venerdì 27 Maggio 2022, 22:27

Comincia male la stagione turistica ad Anzio. Il porto non è sicuro e l’aliscafo che avrebbe dovuto inaugurare ieri mattina il collegamento con l’isola di Ponza non è partito, lasciando sulla banchina turisti allibiti. E così sarà per i prossimi giorni. L’aliscafo della società Vetor che svolge il servizio è infatti rimasto in banchina perché il suo pescaggio, la parte dell’imbarcazione immersa nell’acqua, supera di poco il limite massimo fissato da un’ordinanza emanata dalla Capitaneria di porto il 26 maggio. A causa della poca sicurezza dei fondali, dovuta al fenomeno di insabbiamento, è stato fissato il pescaggio massimo a 3 metri e 10 centimetri, mentre gli aliscafi della Vetor arrivano a 3 metri e 20. Una differenza di dieci centimetri che impedisce all’aliscafo di lasciare il porto. Che ieri mattina è rimasto a lungo davanti all’imboccatura del porto: rientrato dai lavori di manutenzione, avrebbe dovuto attraccare per poi ripartire per Ponza alle 8.15. In realtà solo con una manovra decisa dal comandante ha attraccato, ma poi non si è più mosso. E così sono saltate anche le altre due corse della giornata (12 e 17). 

Lo stop

Il servizio di collegamento non sarà effettuato fino a quando non saranno eseguiti adeguati rilievi batimetrici che dovranno indicare i problemi di insabbiamento del canale in entrata e uscita del porto.

L’ordinanza della Capitaneria è stata stabilita in base a una relazione del pilota del porto basata sull’esperienza. «Il canale di accesso e uscita – si legge nella relazione - presenta batimetrie in continua evoluzione con valori non costanti, non uniformi e di entità variabile, per effetto delle periodiche mareggiate correnti marine, progressiva riduzione in ampiezza ed in profondità». Da qui è stato stabilito il pescaggio massimo. 

 

La corrispondenza

L’ordinanza evidenzia come esista una corrispondenza «con la quale, nel tempo, questo comando ha più volte richiesto gli enti competenti la realizzazione di interventi per garantire la piena funzionalità del canale di accesso al porto allo scopo di non comprometterne la sicurezza e l’operatività». Tanto da rilevare che «a oggi – si legge - né la Regione Lazio, né il Comune di Anzio, né tantomeno la società Capo d’Anzio S.p.a. (che gestisce il porto, ndr) non hanno fornito i rilievi batimetrici effettuati in aderenza alle vigenti disposizioni e, pertanto, non è possibile determinare con certezza l’andamento dei fondali nell’intero ambito portuale».

La replica

Dalla Capo d’Anzio riferiscono di non aver ricevuto solleciti a eseguire i rilievi. Per il momento il problema non tocca i pescherecci che resteranno in porto fino al 7 luglio per il fermo biologico. «Siamo sconcertati e ci aspettiamo vengano eseguiti subito adeguati rilievi batimetrici che possano rivedere il limite dell’ordinanza - spiegano dagli uffici della Vetor – A marzo avevamo indicato gli orari delle nostre corse e abbiamo appreso del limite del pescaggio solo il 26 maggio, 2 giorni prima dell’inizio del servizio. Abbiamo sempre collaborato con l’autorità marittima sulla necessità di garantire la sicurezza della navigazione, ma quest’anno non siamo stati contattati. La situazione è un danno per la nostra attività, ma lo è anche per l’aspettativa dei turisti».

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