Pomezia, vertice al Mise sul futuro dei lavoratori della Coop

Pomezia, vertice al Mise sul futuro dei lavoratori della Coop
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Sabato 19 Gennaio 2019, 12:35
Chiude il 15 febbraio prossimo la InCoop di via Cavour a Pomezia. I vertici della Unicoop Tirreno hanno così confermato di voler dismettere il supermercato e di ridimensionare l’altro, quello all’interno del centro commerciale sulla via del Mare. La decisione è stata ribadita al tavolo del ministero dello Sviluppo Economico dove le parti tornano a incontrarsi oggi per la firma dell’eventuale accordo che dovrà chiarire i termini sul futuro dei lavoratori pometini (14 dipendenti) e di quelli dei punti vendita di Velletri con 16 dipendenti, Aprilia con 37 e Frosinone con 28.

Tanti ancora i nodi da sciogliere: incentivi più alti per chi dà disponibilità al trasferimento o alla non opposizione al licenziamento, la ricerca di collocazioni anche a Roma e nel Lazio per gli esuberi e un intervento sui punti vendita proporzionale all’esito della riduzione dell’organico su base volontaria. In sostanza ai lavoratori che accetteranno di trasferirsi in Toscana potrebbe essere riconosciuto un incentivo di 7.500 euro, mentre coloro che non si opporranno al licenziamento potrebbero ottenere tra i 35 e i 40mila euro.

«Al momento quindi – dice la Filcams Cgil in una nota - nessun trasferimento forzato e licenziamento coatto. È inoltre stato ipotizzato che possa essere richiesto l’utilizzo di ammortizzatori sociali per supportare il percorso di ricollocazione dei lavoratori». Sebbene la Cgil di categoria abbia espresso soddisfazione, ha tuttavia ribadito che «la guardia resta alta – conclude - perché non c’è ancora un accordo formalizzato e ad oggi il rischio occupazionale non è ancora del tutto rientrato, molti dettagli devono essere approfonditi e il prossimo incontro sarà determinante». Meno ottimista, invece, il segretario generale Fisasct Cisl, Vicenzo Dell’Orefice.

«Un’eventuale intesa sulla mobilità volontaria deve riguardare un ambito più esteso di quello rappresentato dai sette punti vendita del sud del Lazio impattati da chiusure e trasferimenti – dice Dell’Orefice - naturalmente, se ricorressero le condizioni per arrivare a un accordo – conclude - avanzeremo la richiesta di prevedere anche l’attivazione dell’Assegno di Ricollocazione». Più critico, infine, Paolo Andreani della Uiltucs nazionale che punta il dito contro la cooperativa, accusandola di voler «tagliare i rami secchi e l’occupazione – dice – dopo aver disatteso un accordo e senza avere un piano industriale convincente». La Uil di categoria concorda con le altre sigle sindacali sull’ammontare degli incentivi e sul ricorso agli ammortizzatori sociali.
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