Le falle del sistema di sicurezza: nessun allarme in cabina di guida

Le falle del sistema di sicurezza: nessun allarme in cabina di guida
di Stefania Piras
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Lunedì 28 Gennaio 2019, 07:56
L'orario è spesso quello dell'ultimo treno con i viaggiatori che corrono all'impazzata per non perderlo e salendo a bordo mentre il segnale acustico è già terminato, rimangono impigliati, a terra, in tessuti talmente sottili da non poter essere rilevati dai sistemi. E il conducente non si accorge di nulla. Succede con i manici delle buste di plastica, con le tracolle delle borsette. Ma attenzione: che le porte si chiudano senza avvertire corpi mezzi dentro e mezzi fuori potrebbe accadere, spiegano gli addetti ai lavori di Atac, anche con il polso di una bambina.

SENSORI
Le ante automatiche dei treni non sono dotate di sensori ottici come gli ascensori o i dispositivi anti taccheggio dei negozi. Il perimetro longitudinale delle porte è rivestito da gomma spessa di tipo caucciù. Dunque, quando si chiudono, i portelloni non si accorgono della presenza di corpi così sottili che eventualmente rimangono in mezzo. Devono sbattere e urtare contro un oggetto importante per rimbalzare e riaprirsi. Infatti se rimane dentro il polso, un ginocchio, un piede di un adulto, una valigia, il sistema non dà il consenso alla trazione e quindi alla ripartenza. Anche se l'autista ingrana la marcia il treno rimane fermo con la spia accesa Porte aperte.

L'incidente di ieri è molto simile a quello di Natalya Gargovich, la 45enne che il 12 luglio 2017 rimase intrappolata nella metro a Termini. In quel caso, infatti, c'è una busta di nylon che la donna portava al polso.
La chiusura ieri, come quella volta, non è stata ermetica. E se c'è di mezzo il manico di una sporta, al conducente non arriva alcun tipo di avviso che possa eventualmente bloccare e ritardare la partenza. Non si possono nemmeno installare sensori ottici perché sarebbero troppo sensibili, le porte rimarrebbero aperte e la tabella di marcia finirebbe per essere completamente sballata. L'unico modo per capire che sono rimasti pochi istanti per salire a bordo tutti interi è il segnale acustico che appunto avverte che si stanno chiudendo le porte. Prima del segnale acustico il conducente ha a disposizione solo una spia luminosa che gli segnala i varchi ancora spalancati. In quella fascia temporale che dura poche decine di secondi la trazione non è possibile in alcun modo.

LE CURVE
Quando invece i vagoni si mettono in moto il macchinista può rendersi conto che un passeggero è rimasto incastrato solo attraverso gli specchietti retrovisori. Nel caso di Natalya, a Termini quando il treno ripartì aveva subito davanti una discesa e poi una curva. A Garbatella, nell'incidente di ieri, è andata diversamente. Era giorno e il treno andava dritto, quindi nello specchietto si vedeva chiaramente una persona correre che poi è caduta. Momenti di panico in cui la velocità stordisce e spesso nemmeno chi è dentro al treno, al sicuro, capisce bene cosa succede e può intervenire tempestivamente.
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