Il cuneo salino continua ad avanzare all’interno dei due rami del fiume Tevere a Fiumicino a causa della mancanza di precipitazioni atmosferiche. L’allarme viene lanciato dalla pesca e dagli operatori portuali preoccupati dalla siccità che continua a ridurre il livello idrometrico del porto-canale sceso di circa un metro. «Per tutta l’estate abbiamo monitorato l’avanzata del mare sul fondale del fiume e questo fenomeno è diventato preoccupante perché le chiglie dei pescherecci ormeggiati lungo le banchine subiscono i principali danni – commenta Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca romana -. Attualmente a Fiumara grande l’intrusione della salinità ha raggiunto l’isola di Tor Boacciana e nel porto-canale è arrivata oltre il ponte 2 giugno. Il fatto che all’amo dei pescatori sportivi abbocchino sogliolette e triglie, che sono pesci di mare, in prossimità dell’attraversamento è una conferma della fondatezza di quanto sostenuto. L’aspetto più inquietante è che stiamo rinvenendo sotto gli scafi la presenza di cozze e di denti di lupo che approfittano del fatto che i motopesca sono all’ormeggio, soprattutto nei week end, per attaccarsi alle chiglie».
Peschereccio San Vincenzo
La presenza di colonie di molluschi sotto le carene comporta uno sforzo maggiore dei motori durante la navigazione e un consumo superiore di carburante proprio in un momento in cui il diesel è superiore ad un euro.
Attenzione per i canali
«Il livello del fiume è di molto inferiore a 3 metri e la metà di quella a contatto con il fondale è salina – conclude Del Prete -. Per la caratteristica del sottosuolo di Isola Sacra non è da escludere che il cuneo possa interessare il fitto reticolo di canali di scolo dove l’acqua viene utilizzata per irrigare i campi. Ci sono poi difficoltà per la navigazione all’interno del porto-canale e gran parte della flotta peschereccia truscia con la chiglia il fondale che da tempo chiediamo venga dragato». Gli operatori confidano nella pioggia i prossimi giorni e nell’apertura della diga di Castel di Guido che consentirebbe alla corrente del fiume di spingere il cuneo salino alla foce.