Fiumicino, pescatori in difficoltà a causa dell'avanzata del cuneo salino nel Tevere: «Danni ai pescherecci ormeggiati lungo le banchine»

La siccità continua a ridurre il livello idrometrico del porto-canale sceso di circa un metro

Lo scafo di un peschereccio coperto da cozze e denti di lupo
di Umberto Serenelli
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Venerdì 26 Agosto 2022, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 11:02

Il cuneo salino continua ad avanzare all’interno dei due rami del fiume Tevere a Fiumicino a causa della mancanza di precipitazioni atmosferiche. L’allarme viene lanciato dalla pesca e dagli operatori portuali preoccupati dalla siccità che continua a ridurre il livello idrometrico del porto-canale sceso di circa un metro. «Per tutta l’estate abbiamo monitorato l’avanzata del mare sul fondale del fiume e questo fenomeno è diventato preoccupante perché le chiglie dei pescherecci ormeggiati lungo le banchine subiscono i principali danni – commenta Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca romana -. Attualmente a Fiumara grande l’intrusione della salinità ha raggiunto l’isola di Tor Boacciana e nel porto-canale è arrivata oltre il ponte 2 giugno. Il fatto che all’amo dei pescatori sportivi abbocchino sogliolette e triglie, che sono pesci di mare, in prossimità dell’attraversamento è una conferma della fondatezza di quanto sostenuto. L’aspetto più inquietante è che stiamo rinvenendo sotto gli scafi la presenza di cozze e di denti di lupo che approfittano del fatto che i motopesca sono all’ormeggio, soprattutto nei week end, per attaccarsi alle chiglie».

Peschereccio San Vincenzo

La presenza di colonie di molluschi sotto le carene comporta uno sforzo maggiore dei motori durante la navigazione e un consumo superiore di carburante proprio in un momento in cui il diesel è superiore ad un euro.

Questo sta costringendo gli armatori a una manutenzione straordinaria della parte sommersa dei natanti. «Abbiamo “alato” (tirato a terra ndr) il peschereccio San Vincenzo di 80 tonnellate lo scorso luglio per intervenire sulla notevole presenza di cozze e denti di cane – sottolinea Raffaele Assante, titolare del cantiere nautico nella darsena di Fiumicino -. Prima di questa siccità le operazioni di pulizia e manutenzione degli scafi in legno o in ferro venivano effettuate una sola volta in un anno. Ora si renderà necessario intervenire almeno due allo scafo». Lo stesso problema investe anche le barche a vela che stazionano nella darsena la cui “deriva fissa” (chiglia a pinna ndr) è soggetta alle incrostazioni dei molluschi. La drastica riduzione della portata del fiume ha fatto spuntare nuovi relitti lungo la Fossa Traianea e gli operatori portuali sottolineano che la risalita del mare verso l’entroterra potrebbe costituire un danno per la falda.

Attenzione per i canali

«Il livello del fiume è di molto inferiore a 3 metri e la metà di quella a contatto con il fondale è salina – conclude Del Prete -. Per la caratteristica del sottosuolo di Isola Sacra non è da escludere che il cuneo possa interessare il fitto reticolo di canali di scolo dove l’acqua viene utilizzata per irrigare i campi. Ci sono poi difficoltà per la navigazione all’interno del porto-canale e gran parte della flotta peschereccia truscia con la chiglia il fondale che da tempo chiediamo venga dragato». Gli operatori confidano nella pioggia i prossimi giorni e nell’apertura della diga di Castel di Guido che consentirebbe alla corrente del fiume di spingere il cuneo salino alla foce.

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