Roma, effetto coronavirus sulla spesa: aumentano i prezzi nei mercati rionali

Roma, effetto coronavirus sulla spesa: aumentano i prezzi nei mercati rionali
di Pier Paolo Filippi e Francesco Pacifico
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Mercoledì 25 Marzo 2020, 08:00

Le arance anche a 3 euro al chilo. Come le mele. I peperoni e i broccoli a 3,50. Per non parlare delle alici, il pesce azzurro povero per antonomasia, venduto a 12 euro al chilo. Cioè il doppio rispetto a poche settimane fa. Dall'inizio della settimana i romani hanno trovato nei mercati aumentati i prezzi della spesa. Soltanto sull'ortofrutta - e guardando al conto per il consumatore finale - la crescita in media si attesta tra il 20 e il 30 per cento in più. E riguardano prodotti di fine stagione (come le arance Navel o le mele Fuji) ma anche quelli la cui raccolta è appena iniziata. Soprattutto sono rincari che di solito si registrano in seguito a gelate oppure a impennate del prezzo del petrolio: ma mai come in questo periodo il clima è stato mite, mentre fare il pieno di benzina o di diesel costa ogni giorno meno.

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GROSSISTI E FRUTTIVENDOLI
Soffermandosi ai singoli prodotti, si scopre che le arance, pagate al chilo e all'ingrosso tra gli 1,80 e i 2 euro, vengono rivendute nei mercati rionali tra i 2,50 e i 3 euro. Raddoppio in tutti i passaggi della filiera anche per le mele: circa un euro all'ortomercato, anche a 3 euro se si tratta di fuji al banco. Le fragole, in base alla provenienza, oscillano dal grossista tra i 2,50 e i 5 euro, ma ce ne possono volere anche 3 euro in più per comprarle. Boom per broccoli, fagiolini e peperoni, che negli ultimi giorni hanno visto anche una crescita del 40 per cento in più. Rincari più contenuti per cipolle e patate (circa 10 centesimi), mentre sono tendenzialmente stabili due cult del caro ortaggio come zucchine e carciofi: nel primo caso si possono superare anche i 3,50 euro al chilo; un carciofo, invece, costa tra l'euro e l'1,20 l'uno. Che è pur sempre il doppio rispetto alla loro quotazione nei mercati generali. Capitolo a parte per il pesce. Il fronte ottico sconta la serrata dei grandi pescherecci di Anzio o di Ostia, che si sono fermati dopo lo stop ai ristoranti. Quindi spazio soltanto ai piccoli pescatori, che navigano non lontano dalla costa. In quest'ottica il pesce azzurro e le alici hanno visto raddoppiare i prezzi, mentre il pescato giornaliero (le seppie come le pezzogne) segnano un 5 per cento in più. Stabile invece il prezzo del pesce di allevamento.
Fabio Massimo Pallottini, direttore generale del Centro Agroalimentare di Roma, il più grande d'Italia e che serve tutti gli esercenti la Capitale, definisce «fake news» le notizie «di esplosioni dei prezzi». Ma ammette che «siamo in presenza di normali oscillazioni dei prezzi dovuti alla domanda e all'offerta». Tradotto, pur crollando la richiesta di bar e ristoranti chiusi per il lock-down, si sconta il maggior consumo degli italiani, chiusi in casa e con tanto tempo per prepararsi manicaretti anche durante la settimana. «Occorre sempre sottolineare - conclude Pallottini - che i prezzi monitorati dal noi al Car sono all'ingrosso e che il mercato è comunque un luogo competitivo». Anche perché nella filiera, tra gli ortomercati e i rivenditori finali, si innesta un altro pezzo che è quello dei grossisti che comprano ai Car e poi rivendono a tutti i fruttivendoli che non riescono ad andare ai mercati generali. Su questo fronte spiega Mario, titolare di un magazzino sull'Aurelia: «Sono cresciuti soprattutto i prezzi delle arance, sparite negli ultimi giorni, o delle mele Fuji le cui scorte si stanno ultimando. Ma sono molto convenienti i carciofi rispetto al passato. Quanto è l'extracosto previsto per il nostro passaggio della filiera? Considerando il costo dei trasporti, direi una quindicina di centesimi». Non molto, a sentire questa categoria. Non sono d'accordo gli esercenti, come i fruttivendoli del mercato. Anna, che lavora alla struttura di via dei Calvi, spiega: «Le arance le paghiamo dai grossisti anche 70 centesimi in più. Parte di questi rincari ce li accolliamo noi, perché in questo periodo si lavora molto con le consegne a domicilio e non sarebbe intelligente colpire la nostra clientela, spingendola verso i supermercati. Io, personalmente, guadagno soltanto con le verdure capate, pulite». Intanto, sono arrivate alla Prefettura 1.200 richieste da parte di imprese romane che vogliono restare aperte a Roma, contro le 100 di lunedì dopo l'annuncio dello stop alle attività non essenziali. Per ora Palazzo Valentini ha autorizzato solo le aziende chiaramente strategiche, mentre sulle altre partiranno i controlli congiunti da parte della Guardia di Finanza e della Camera di commercio. Dal Campidoglio, invece, si annuncia un servizio attivato con la Protezione Civile per rifornire di generi alimentari e farmaci gli anziani e tutte le categorie deboli, iniziando dai disabili.

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