Da gennaio del 2017 si è proceduto allo smottamento dei rifiuti: le ruspe hanno tirato fuori l’immondizia che continuava a bruciare. Secondo l’ordinanza di Raggi, si doveva procedere alla caratterizzazione dell’immondizia (analisi per verificare la tipologia dell’immondizia e quindi scegliere la discarica dove portarla) e infine alla bonifica, che invece si aspetta da tre anni. «Il Comune ha fatto un’infinità di commissioni sul tema, ma la bonifica non è stata fatta, la situazione è gravissima, c’è una bomba ecologica a orologeria - dice Cristiana Trizzino del comitato Pac Libero - vogliamo la bonifica del canalone, la delocalizzazione degli autodemolitori regolari e lo sgombero di quelli abusivi». Nel parco le aree pericolose sono due: il tunnel scavato nel Ventennio e la vallata dietro i rottamatori. «Sono una bomba ecologica» dicono dal Pac. Ed è stato il Campidoglio l’altro giorno ad ammettere la grave situazione presente nel parco di Centocelle. «La situazione di inquinamento diffuso è una condizione assimilabile a quella che c’è in Campania». Ad affermarlo è stata Laura D’Aprile, ingegnere a capo della direzione Rifiuti capitolina, durante la seduta congiunta di lunedì delle commissioni Cultura e Ambiente del Campidoglio. «Cnr e Arpa Lazio - ha detto - su incarico della direzione rifiuti, hanno svolto indagini ambientali con il supporto della polizia locale» e quindi «gli interventi» inerenti al secondo stralcio di lavori per la messa in sicurezza e bonifica dell’area «devono essere calibrati su effettivi rischi sanitari e ambientali».
Il parco è ancora preda di roghi tossici sprigionati da chi brucia per ricavare rame o da chi “smaltisce” in modo irregolari i rifiuti. Nel parco ci sono addirittura slot machine rubate. «Il Comune pensa alla musealizzazione del parco quando l’area è ancora piena di rifiuti» denuncia Alessandro Moriconi, ex consigliere del V Municipio. Nel dicembre del 2018 il Comune annunciò lo stanziamento di 500 mila euro per la bonifica che non è ancora stata fatta. La Direzione Rifiuti ha fatto sapere che c’è la volontà di procedere al più presto alla messa in sicurezza. D’Aprile ascoltata in commissione ha spiegato: «Quello che è dentro il canalone ed è combusto, è materiale che Ama non può prendere e deve essere oggetto di un intervento specialistico per cui serve una procedura di evidenza pubblica estremamente specialistica e complessa». Il 31 ottobre del 2019 il Comune ha stilato una convenzione quadro con il Provveditorato per le opere pubbliche dell’Italia centrale come stazione appaltante. I 500 mila euro per la bonifica ci sono ancora: sono risorse inserite nel piano 2020-2022 e si attende l’assestamento di bilancio per l’approvazione definitiva. Solo allora il Provveditorato opere pubbliche potrà fare il bando.
La gara, dopo tre anni, non è stata ancora indetta quindi si dovrà attendere ancora molti mesi, probabilmente un anno, prima che il parco sia oggetto della tanto attesa bonifica.
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