Ama, via i vecchi dirigenti dopo il diktat Raggi

Ama, via i vecchi dirigenti dopo il diktat Raggi
di Mauro Evangelisti e Stefania Piras
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Venerdì 8 Marzo 2019, 11:06

Ama, si cambia. Su disposizione della sindaca Virginia Raggi, che aveva fatto sapere di volere allontanare tutti i vecchi dirigenti dell'azienda dei rifiuti, ieri fino a poco prima delle 21 Bagatti, Lonardo e Giampaoletti hanno lavorato per ridefinire la macrostruttura e impostare il nuovo contratto di servizio che scade il 31 marzo. In termini più crudi: per sostituire dirigenti come Emiliano Limiti, responsabile della direzione finanza e bilancio, dell'area corporate e delle Risorse Umane, o come Maurizio Pucci, servizio patrimonio, Maurizio Campagnani, ufficio contratto di servizio. Un altro della dozzina di dirigenti rimasti ad Ama dopo che in molti se ne sono andati o sono stati rimossi da Bagnacani e non sono mai stati sostituiti, è Pietro Zotti, responsabile degli impianti, ma lui ad aprile andrà in pensione.

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Resta un dato: rimuovere tutto l'apparato che dirige Ama rischia di rivelarsi controproducente, perché al di là degli errori o dell'inefficienza dell'azienda, verrebbero a mancare dall'oggi al domani gli uomini macchina. Difficile fare nuove assunzioni visto che Ama non ha ancora un bilancio approvato, potrebbero essere promossi alcuni dei quadri, ma le incognite restano. Inoltre, l'incontro è servito anche a valutare se licenziare per giusta causa (perché non sono stati raggiunti i risultati, ma a quel punto come si spiega la promozione di Bagatti che era direttore operativo?) o trasferire in altri settori. Ore 17.48, nella sede di Ama di via Calderon de la Barca rilasciano il pass a un visitatore speciale: è Franco Giampaoletti, direttore generale di Roma Capitale, l'uomo che insieme all'assessore Gianni Lemmetti ha convinto la sindaca Virginia Raggi a non approvare il bilancio 2017 dell'azienda e a cacciare il cda in carica guidato da Lorenzo Bagnacani. Prende l'ascensore e raggiunge al nono piano il nuovo ufficio di Massimo Bagatti, già direttore operativo e oggi amministratore unico provvisorio (un traghettatore, una sorta di Claudio Ranieri dell'Ama), e il presidente del collegio sindacale, Mauro Lonardo. Inizia così il lungo confronto sulle cose da fare.

IL BILANCIO
Non c'è solo il nodo della macrostruttura che compariva già come elemento critico nella relazione del collegio sindacale capitanato da Lonardo. Roma Capitale vorrebbe convincere Massimo Bagatti ad approvare il bilancio nella versione rivista e rifiutata da Bagnacani: dunque, depennando il credito di diciotto milioni di euro per i servizi cimiteriali. Sarebbe un bilancio in rosso, probabilmente con uno passivo anche più alto dei soli diciotto milioni di euro perché si sta valutando se ricalcolare la posta della Tari non incassata pre 2010. Bagatti però chiede garanzie, anche nuovi pareri di consulenti terzi, in modo da evitare conseguenze personali. La partita è aperta e quando tornerà la sindaca inizierà anche la selezione dei 34 curriculum per la guida dell'Ama. Ma i manager di spicco chiedono comunque che il contestato bilancio sia approvato prima del loro insediamento.
 

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