Avrebbe sfruttato la divisa che indossava per chiedere e ottenere soldi e favori, in cambio di un intervento per insabbiare irregolarità amministrative e sbloccare pratiche burocratiche rimaste incagliate. È l’accusa che la Procura muove nei confronti di Pangrazio Di Piero, funzionario della Polizia locale, all’epoca dei fatti, nel 2019, in servizio presso il reparto Polizia amministrativa commercio del III gruppo Nomentano. Deve rispondere di corruzione e induzione indebita a dare e promettere utilità insieme a un geometra, un commerciante ambulante e un imprenditore.
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LE IMPUTAZIONI
I capi di imputazione contestati al casco bianco sono tre.
IL COMMERCIANTE
Secondo la ricostruzione della Procura, Di Piero avrebbe messo la sua funzione a disposizione anche di Andrea Lustrati, gestore di due postazioni per la vendita ambulante all’interno dei mercati rionali di piazza Primoli e piazza Ottaviano Vimercati. In particolare avrebbe chiesto a un collega di omettere la contestazione di irregolarità nel corso dei controlli sulle licenze delle postazioni. E avrebbe anche chiesto a un dipendente del Municipio III di annullare un provvedimento di revoca di una licenza. Come corrispettivo, per l’accusa, avrebbe ottenuto duemila euro in contanti «a titolo di prestito».
IL LOCALE
Di Piero avrebbe anche ottenuto l’interessamento di un assessore e di un dirigente del municipio affinché l’imprenditore Gianluca Ciotti «fosse agevolato nella regolarizzazione edilizia del proprio esercizio commerciale». In cambio, avrebbe ottenuto la promessa di sottoscrizione di una sponsorizzazione a favore di una squadra di calcio. In questo caso l’accusa è traffico di influenze illecite. Adesso la decisione passa nelle mani del gup, che in udienza preliminare deciderà se rinviare o meno a giudizio gli imputati.