Roma, tangenti in cambio di favori: un vigile rischia il processo per corruzione. Avrebbe ottenuto denaro dai suoi “clienti”

Il casco bianco avrebbe agevolato un geometra, un ambulante e un imprenditore

Roma, tangenti in cambio di favori: un vigile rischia il processo per corruzione. Avrebbe ottenuto denaro dai suoi “clienti”
di Michela Allegri
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Domenica 23 Luglio 2023, 00:57

Avrebbe sfruttato la divisa che indossava per chiedere e ottenere soldi e favori, in cambio di un intervento per insabbiare irregolarità amministrative e sbloccare pratiche burocratiche rimaste incagliate. È l’accusa che la Procura muove nei confronti di Pangrazio Di Piero, funzionario della Polizia locale, all’epoca dei fatti, nel 2019, in servizio presso il reparto Polizia amministrativa commercio del III gruppo Nomentano. Deve rispondere di corruzione e induzione indebita a dare e promettere utilità insieme a un geometra, un commerciante ambulante e un imprenditore.

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LE IMPUTAZIONI

I capi di imputazione contestati al casco bianco sono tre.

Si parte con il 28 agosto del 2019, quando il vigile avrebbe partecipando ad un’ispezione dei luoghi e avrebbe compilato una relazione di servizio datata 3 settembre 2019 e destinata a favorire una società rappresentata dal geometra Pier Giorgio Gori. Nel documento, sostiene la Procura, si attestava «una distanza superiore a 500 metri» tra un locale a Montesacro, dove la società assistita da Gori intendeva aprire una sala scommesse, e una scuola. In questo modo, ricostruisce il pubblico ministero, avrebbe consentito alla società di superare «il precedente diniego» che era stato emesso perché era stata appurata «una distanza dai luoghi sensibili inferiore a quella legale», si legge nel capo di imputazione. Come corrispettivo, secondo i magistrati, avrebbe accettato da Gori, «che glielo offriva con intento corruttivo» - è scritto negli atti -, un aiuto per cercare di vendere una sua proprietà: il geometra avrebbe svolto attività di «procacciamento di possibili acquirenti» per un terreno della sua famiglia di Di Piero. Si sarebbe arrivati a una formale offerta di acquisto «mediante proposta di preliminare di vendita del gennaio 2020».

IL COMMERCIANTE

Secondo la ricostruzione della Procura, Di Piero avrebbe messo la sua funzione a disposizione anche di Andrea Lustrati, gestore di due postazioni per la vendita ambulante all’interno dei mercati rionali di piazza Primoli e piazza Ottaviano Vimercati. In particolare avrebbe chiesto a un collega di omettere la contestazione di irregolarità nel corso dei controlli sulle licenze delle postazioni. E avrebbe anche chiesto a un dipendente del Municipio III di annullare un provvedimento di revoca di una licenza. Come corrispettivo, per l’accusa, avrebbe ottenuto duemila euro in contanti «a titolo di prestito».

IL LOCALE

Di Piero avrebbe anche ottenuto l’interessamento di un assessore e di un dirigente del municipio affinché l’imprenditore Gianluca Ciotti «fosse agevolato nella regolarizzazione edilizia del proprio esercizio commerciale». In cambio, avrebbe ottenuto la promessa di sottoscrizione di una sponsorizzazione a favore di una squadra di calcio. In questo caso l’accusa è traffico di influenze illecite. Adesso la decisione passa nelle mani del gup, che in udienza preliminare deciderà se rinviare o meno a giudizio gli imputati.

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