Quindici arresti per corruzione e contrabbando di carburante, coinvolto un uomo di Aprilia

Quindici arresti per corruzione e contrabbando di carburante, coinvolto un uomo di Aprilia
di Raffaella Patricelli
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Martedì 18 Luglio 2023, 12:07

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, nell’ambito di indagini in materia di corruzione e contrabbando di carburanti - coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri - hanno eseguito, in applicazione dell’ordinanza emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, misure cautelari personali nei confronti di 15 soggetti.
Contestualmente, in esecuzione del medesimo provvedimento, sono stati sequestrati beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie (tra cui contanti, conti correnti, auto, terreni, 4 distributori di carburanti e una villa con piscina) per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.
Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, hanno consentito di ricostruire, ad oggi, un traffico illecito di combustibili per autotrazione per oltre 7 milioni di litri.
L’operazione dei Finanzieri ha consentito, in particolare, di individuare e ricostruire le operazioni illecite poste in essere da imprenditori attivi nel settore dei carburanti, i cui impianti di Aprilia, Anzio, Albano Laziale, Aprilia e Lanuvio, oggi posti sotto sequestro, sono stati riforniti, a partire dal 2021, con carburanti di provenienza illecita. Tra gli arrestati c'è anche un soggetto di Aprilia che si occupava di guidare i mezzi carichi di gasolio e di consegnarlo ai benzinai compiacenti.

In una prima fase, è emerso come, con cadenza settimanale, alcune autobotti si sarebbero recate in Germania dove avrebbero prelevato combustibile che veniva dichiarato in importazione come “olio lubrificante”, evadendo quindi l’IVA e l’accisa previste per i carburanti. Il prodotto, che in realtà era a tutti gli effetti gasolio per autotrazione, giunto in Italia, veniva prima travasato in un’altra autocisterna e poi distribuito alle pompe stradali di Anzio, Albano Laziale, Aprilia, alterando così la concorrenza del mercato con prezzi più bassi.
Successivamente, nel periodo in cui il conflitto russo-ucraino aveva portato all’aumento vertiginoso dei prezzi e all’abbassamento del carico fiscale sulle accise, poiché il citato meccanismo si era rivelato eccessivamente costoso, gli stessi imprenditori si erano riorganizzati ricevendo il carburante direttamente dalla base di Pratica di Mare grazie ad accordi corruttivi intrattenuti con 5 sottufficiali dell’Aeronautica Militare in servizio presso il locale Reparto Carburanti.
Nel dettaglio, in tale contesto è stato accertato che i militari, invece di rifornire di “Jet Propellant 8” (gasolio speciale utilizzato appositamente per i velivoli militari) gli aerei dell’Arma Aeronautica presenti presso l’aeroporto militare, lo vendevano clandestinamente agli imprenditori gestori dei tre distributori di Anzio, Albano Laziale e Aprilia.
Per fare questo, avevano alterato il meccanismo di pesatura delle cisterne grazie ad un “crick” posto sotto la pesa in grado di alleggerire a piacimento il peso delle cisterne in uscita dalla base di Pratica di Mare.

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