In Italia sono meno di sessanta, nel Lazio ci sono solamente tre strutture nelle città di Cassino, Civitavecchia e Roma. La “Culla per la vita” è un importante strumento che consente di tutelare e affidare i neonati senza abbandonarli. Mamme che non vogliono o non possono occuparsi dei loro bimbi appena nati e i piccoli, una volta venuti alla luce, vengono così affidati alle cure di un ospedale che provvede ad assisterli in attesa di una famiglia pronta ad accoglierli. Da qui la mozione presentata dalla consigliera (Iv) per il Municipio III, Marta Marziali, - approvata nei giorni scorsi all’unanimità dal parlamentino di Montesacro - e la proposta di promuovere un progetto che miri a dotare di punti nascita i presidi sanitari del territorio «in cui sono presenti i consultori di culle per la vita», si legge nell’atto. Una campagna dunque informativa sul parto in anonimato - insieme alla Asl Roma 1 - con l’obiettivo di realizzare nuove strutture e garantire «il diritto di scelta e autodeterminazione - è scritto nella mozione - e perseguire, contestualmente, il primario obiettivo di tutelare la salute della donna e del minore».
La storia del piccolo Enea a Milano
Era lo scorso aprile (il mattino di Pasqua) quando il personale del Policlinico di Milano ha trovato alla Culla per la vita un bimbo. Enea (il suo nome) è stato subito accudito dagli specialisti della Neonatologia alla Clinica Mangiagalli e sottoposto ai controlli di routine.