Così come alla foce del Po, a Goro, si sta mangiando le Ruditapes philippinarum (le vongole veraci), compromettendo gli allevamenti di questi molluschi, alla foce del Tevere il rischio è che vengano compromesse le popolazioni di cannolicchi e telline, tipici del Tirreno. Di questi animali è ghiotto il granchio blu, arrivato ormai a popolare le coste dei mari italiani. Si trova al vertice della catena alimentare e non c'è nessun altro animale, da queste parti, capace di mangiarselo. L'unico è l'uomo, tant'è che il Cnr lancia l'allarme e invita, per il bene dell'habitat locale, a pescarlo e cucinarlo.
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Lucrezia Clienti è una biologa marina dell'Irbim, l'Istituto per le risorse biologiche e biotecnologie marine del Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche. Lei è tra le maggiori esperte in Italia proprio di granchio blu. E sottolinea come il rischio di impoverimento della popolazione di cannolicchi e telline non è remoto, anzi. “Il granchio blu è un animale in grado di adattarsi anche alle diverse salinità dell'acqua, quindi può resistere bene nella foce del Tevere – dice – Ciò che abbiamo notato a Goro è un forte impoverimento della popolazione delle Philippinarum ed è molto verosimile che questa stagione sarà difficile anche per la popolazione di telline e cannolicchi del Lazio”.
"Diventa sempre più importante, anche sul Tevere, la pesca selettiva delle femmine presso le foci dei fiumi quando nel periodo riproduttivo (primavera-autunno) guadagnano il mare per rilasciare le uova - continua - Questa tipologia di pesca consentirebbe di abbassare il potenziale riproduttivo della specie in modo sostenibile".
Invasione sul litorale romano
Sta di fatto che i pescatori lamentano già, a Fiumicino e Fregene, la presenza dell'invasione dei granchi blu. “Il litorale già ne è pieno”, commenta Gennaro del Prete, presidente di Pesca Romana e coordinatore regionale di Federpesca.
Intanto, proprio sulla foce del Po, a Comacchio, grazie anche al lavoro dei ricercatori del Cnr è stato possibile pescare il granchio blu durante la sua muta. Così, sono nate le moeche, che vengono vendute a 56 euro al chilo al mercato ittico di Venezia.