Tram in via Nazionale, l'ex sovrintendente Umberto Broccoli: «Progetto sbagliato, beni archeologici a rischio»

L'archeologo sostiene che i tram siano mezzi legati al passato e che le vibrazioni creeranno gravi problemi

Tram, l'ex sovrintendente Umberto Broccoli contrario: «Progetto sbagliato, beni archeologici a rischio»
di Fernando M. Magliaro
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Martedì 8 Agosto 2023, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 07:36

«Romanticamente io sono legato alla Roma dei tram, era una Roma bellissima: ricordo il 3 e il 4, il tram al Muro Torto e pure gli ascensori del Pincio, il tram che passava a Ponte Milvio. Ma questa è una Roma del passato. La Roma del futuro difficilmente potrà recuperare queste suggestioni per due motivi: il primo perché i mezzi fisici, i tram, sono cambiati, non sono più quelli leggeri del secolo scorso ma quelli di oggi che pesano più il triplo di quelli vecchi». 
Archeologo, volto noto della televisione, sovrintendente di Roma, commendatore della Repubblica, Umberto Broccoli è molto chiaro: i tram sono un mezzo del passato. E quello su via Nazionale, il Termini-Vaticano-Aurelio, rischia di creare danni enormi.

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Il secondo motivo?
«È legato intrinsecamente al primo: il cambiamento nei mezzi crea problematiche attuali e concrete.

A Via Nazionale non c’è solo il palazzo delle Esposizioni o Palazzo Koch sede della Banca d’Italia. C’è la nostra “Torre di Pisa”: poco più avanti di Bankitalia c’è la Torre delle Milizie a Largo Magnanapoli. Una torre inclinata proprio come la Torre di Pisa. Immaginiamo quale tipo di problemi possano creare le vibrazioni del passaggio dei tram unite a quelle dei bus. Sì, il Comune prevede in futuro che i bus saranno rimpiazzati dai tram ma quando? Certo non per il Giubileo visto che al massimo avremo un pezzetto di linea di meno di 2 km che, se va bene, sarà pronta a metà Anno Santo».


Che è esattamente quel che paventano i commercianti: un cantiere così invasivo aperto sulla principale direttrice di transito dei turisti da Termini verso il Vaticano nel periodo di maggior impatto economico delle celebrazioni giubilari.
«Proprio così. Quella torre, la Torre delle Milizie, nel Medioevo, a causa del terremoto del 1348, subì un’inclinazione dell’asse verticale e da allora pende. Io ci penserei mille volte prima di decidere di far passare un mezzo così pesante lì vicino, in una zona delicatissima con palazzi che hanno fondamenta inadatte a subire così forti vibrazioni e che, inoltre, presenta i resti archeologici e monumentali delle Mura Serviane, quei “ruderi” che oggi sporgono al centro dell’aiuola rotonda spartitraffico di largo Magnanapoli».

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Quindi, come storico e archeologo, come considera questo progetto?
«Non voglio arrivare ad usare l’espressione “stupro” di via Nazionale perché purtroppo lo stupro è una cosa serissima. Ma tanto più che quest’opera non sarà mai realizzata tutta per il Giubileo e per tutta intendo fino al Vaticano ma, al massimo, arriverà a piazza Venezia, ecco, io penso che si debba assolutamente rimettere mano al progetto. Anche perché c’è un’altra considerazione da fare».


Quale?
«Via Nazionale è stata oggetto di reiterati interventi: con Alemanno sono stati risistemati i sampietrini. Poi con la Raggi sono stati tolti anche se il cantiere poi è stato tecnicamente terminato sotto Gualtieri. In quindici anni questa strada ha subito decine di cantieri, fra quelli grandi come questi dei sampietrini e quelli piccoli delle buche o dei tubi. Non è che possiamo ricominciare ogni volta da capo a montare e rismontare la strada. Soprattutto poi per opere che sono così invasive come i tram: a partire dagli anni ‘60 e fino alla fine degli anni ‘80 il Comune ha smantellato i tram, divelto rotaie o, più spesso, coprendole con l’asfalto. Ora, quasi fosse un gioco, si decide di rimetterli ma senza capire che non siamo più nella Roma della prima metà del secolo scorso».

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Operazione non dissimile da quella pensata sui Fori Imperiali.
«Ogni strato di Roma ha una sua storia. Che va rispettato e valorizzato. Lasciate in pace i Fori: se volete valorizzarli, illuminateli come si deve, come feci da Sovraintendente di Roma. Può diventare, se ben illuminato, uno dei Parchi più affascinanti del mondo, specialmente di notte. Ma senza stravolgerli. Come con via Nazionale: bisogna rispettare la storia di Roma non stravolgerla in continuazione senza per altro apportare veri benefici».

 

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