Assalto ai pronto soccorso a Roma, pazienti in aumento: ma il 40% non ha nessuna urgenza

Fra il 2022 e il 2023 sono saliti del 6% gli accessi ai reparti di emergenza

Assalto ai pronto soccorso a Roma, pazienti in aumento: ma il 40% non ha nessuna urgenza
di Fernando M. Magliaro
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Sabato 17 Febbraio 2024, 23:46 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 12:28

Tre milioni e 300 mila persone in due anni sono ricorse ai pronto soccorso degli ospedali del Lazio e quattro su 10 erano accessi non necessari, i cosiddetti “codici verdi”, le urgenze minori o come recita il manuale del triage della Regione Lazio, «Pazienti con problemi non urgenti o di minima rilevanza clinica per i quali dovrebbero essere effettuati altri percorsi (intra od extraospedalieri)». Nel 2022 a presentarsi a un pronto soccorso furono poco meno di un milione e 600 mila persone mentre lo scorso anno quasi un milione e 700 mila, con un aumento di poco superiore al 6 per cento. In Regione si stanno analizzando questi dati: dopo la riduzione del 26% dei tempi di attesa nei pronto soccorso nonostante l’aumento degli accessi, anche grazie alle nuove assunzioni di medici e agli incentivi per gli straordinari, si sta verificando come ridurre l’incidenza dei codici verdi sull’intero servizio delle emergenze. 

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I NUMERI

Di 3milioni 282mila 648 pazienti registrati fra il 2022 e il 2023, i codici rossi sono stati oltre 150mila, di fatto quasi 5 pazienti su 100. Codice rosso, quindi, paziente in emergenza che presenta «interruzione o compromissione di una o più funzioni vitali» e che deve essere fatto entrare immediatamente.
Subito dopo ci sono i codici arancioni: 544mila persone nel biennio, pari a quasi il 17% del totale. In questo caso, si parla di paziente in urgenza, che va controllato entro 15 minuti dall’arrivo al pronto soccorso in quanto a «rischio di compromissione delle funzioni vitali e con condizione con rischio evolutivo o dolore severo».
Il terzo codice, l’azzurro, riguarda paziengti in «condizione stabile senza apparente rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni complesse» e con accesso entro 60 minuti. Nel biennio scorso i codici azzurri registrati nei pronto soccorso del Lazio sono stati un milione e 235mila, pari a poco meno del 38%.
Il quarto codice è quello verde.

Vengono classificati in questo modo, come detto, quei pazienti che presentano una «condizione stabile senza rischio evolutivo che solitamente richiede prestazioni diagnostico terapeutiche semplici monospecialistiche». A loro dovrebbe essere garantito l’accesso entro due ore dall’arrivo in ospedale. E questa è anche la percentuale maggiore di pazienti che si presentano in ospedale: con oltre il 38 per cento di accessi per un totale superiore a un milione e 250mila pazienti.

Ultimo, sono i codici bianchi: quasi sempre si tratta di persone che necessitano di cure post intervento, come la rimozione di punti. In termini numerici, parliamo di meno del 3% del totale dei pazienti trattati, meno di 97mila casi nel biennio.

LA CLASSIFICA A ROMA

Fra gli ospedali romani, in testa per accessi totali al pronto soccorso c’è il Policlinico Umberto I, unico a superare la soglia dei 100mila pazienti curati. Al secondo posto, il Bambino Gesù, proprietà del Vaticano, che sfiora i 95mila accessi. Medaglia di bronzo, il Policlinico Casilino con oltre 81mila pazienti l’anno. Ultimo, l’Aurelia Hospital con poco meno di 3.600 persone visitate.

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