Nefertari Mancini, un anno e due mesi alla figlia dell’Accattone per droga. Il padre è Antonio esponente della banda della Magliana

Nefertari Mancini è stata condannata per spaccio e detenzione di cocaina

Nefertari Mancini, un anno e due mesi alla figlia dell’Accattone per droga. Il padre è Antonio esponente della banda della Magliana
di Federica Pozzi
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Sabato 17 Febbraio 2024, 22:46

«Non lavoro da dicembre, da quando sono stata licenziata, facevo le pulizie in un hotel». Poche parole, quelle dette ieri mattina da Nefertari Mancini - 30 anni, figlia di Antonio Mancini, detto “Accattone”, e di Fabiola Moretti, entrambi ex esponenti di spicco della banda della Magliana -, al giudice di piazzale Clodio durante l’udienza di convalida dell’arresto avvenuto la sera prima per detenzione di sostanze stupefacenti. Poi il silenzio.

La 30enne si è infatti avvalsa della facoltà di non rispondere riguardo ai quasi 40 grammi di cocaina - corrispondenti a 180 singole dosi - trovati all’interno della sua abitazione in via dei Papiri, in zona Santa Palomba, dai carabinieri del Divino Amore, per i quali è stata condannata, con rito abbreviato, a un anno e due mesi di reclusione e al pagamento di 10mila euro. 

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L’ARRESTO

Erano circa le 20 dello scorso venerdì, quando i militari hanno visto un uomo uscire, con fare sospetto, dall’abitazione della 30enne, la stessa in cui era stata arrestata nel 2016 insieme al compagno sempre per reati legati agli stupefacenti.

Così i carabinieri hanno deciso di perquisire l’uomo che addosso aveva una dose di cocaina. A quel punto è scattata la perquisizione nell’appartamento di Mancini. La donna era all’interno con i suoi tre figli e, in uno stanzino, nascosti dietro alla caldaia e all’interno di un involucro di plastica, c’erano i 40 grammi di cocaina. Mentre sul davanzale della cucina un bilancino di precisione. Nefertari è stata quindi arrestata e processata per direttissima ieri mattina nel tribunale di Roma. 


IL PROCESSO 
Ha ascoltato la relazione dei militari che l’avevano arrestata, la testa bassa. Alle domande del giudice sul suo lavoro ha risposto che in precedenza ha lavorato come donna delle pulizie in un hotel: «Sono rimasta più di un mese senza lavoro. Mi hanno licenziata a dicembre, da poco sono stata assunta in un altro hotel ma ancora non ho ricevuto lo stipendio». Poche parole pronunciate in aula, con accanto il suo legale di fiducia, Giuseppe Cincioni. Sul reato commesso invece non ha voluto rispondere, avvalendosi della facoltà di rimanere in silenzio. L’arresto è stato convalidato e le era stata applicata la misura cautelare della presentazione alla polizia giudiziaria. Ma subito dopo ha scelto di essere giudicata con rito abbreviato. Quindi la condanna: un anno e due mesi di reclusione e il pagamento di 10mila euro di multa. 


I PRECEDENTI 
Non è la prima volta che Nefertari Mancini si trova a fare i conti con la giustizia. Nel 2016, infatti, era stata arrestata insieme al compagno e condannata dal tribunale di Roma alla pena di 10 mesi di reclusione, con sospensione della pena, per spaccio. I due, sempre nel “Fortino” di via dei Papiri, una zona composta da abitazioni di edilizia popolare in gran parte occupate abusivamente, spesso oggetto di attenzione delle forze di polizia a causa del diffuso traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, avevano, di fatto, posto in essere una sorta di supermercato per la vendita al dettaglio di stupefacente nella zona dei Castelli romani. Di nuovo poi era finita nei guai nel 2022 quando era stata indagata, insieme alla madre, Fabiola Moretti, considerata dagli inquirenti colei che acquistava la cocaina a Napoli e riforniva i pusher di due gruppi nel quadrante sud della Capitale, nelle piazze di spaccio del complesso di case popolari a Santa Palomba, tra via dei Papiri e via degli Astrini. 
 

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