Mense scolastiche, boom per l’economia biologica del Lazio. L'Aiab: «Crescita possibile grazie alle nuove richieste della clientela»

Secondo l'Associazione italiana per l'agricoltura biologica la ristorazione collettiva della regione assorbirebbe il 40% del mercato locale che punta alla produzione con processi naturali

Le mense scolastiche fanno crescere l’economia biologica del Lazio. L'Aib: «Boom possibile grazie alle nuove richieste della clientela»
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Domenica 14 Aprile 2024, 06:29

Il mercato del biologico nel Lazio cresce almeno del 5% ogni anno e, grazie al mondo delle mense (principalmente, quelle della Capitale), riescono a portare a Roma intorno al 40% del mercato. È questa l’analisi che fa l’Aiab, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, che fa un focus sull’economia legata al settore.

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L'analisi

«Sì, il mercato è profondamente sostenuto dalla ristorazione collettiva, che incide in modo importante in termini di volumi proprio al suo sviluppo.

Secondo nostre stime, siamo intorno al 40% del totale della produzione bio regionale serve proprio al mondo delle mense - spiega Giuseppe Romano, presidente di Aiab - Oggi nel Lazio circa il 27% di superficie agricola coltivata è riservata al biologico, con una crescita continua, ogni anno, di circa il 5%. Tutto questo è il frutto delle politiche agricole, dei bandi del Piano di sviluppo rurale ma anche delle nuove richieste che vengono dal mercato». Cresce il mondo biologico regionale, dunque. E l’economia di questo tipo, a cascata, va a rafforzare tutti i territori che decidono di puntare sulla sostenibilità ambientale e sulla biodiversità. L’agricoltura bio compone una mappa davvero molto variegata e, con il passare degli anni si sta specializzando con le sue produzioni. Si va dalle colture (anche arboricole) del reatino alla zootecnia dell’amatriciano fino all’ortofrutta che viene realizzata nelle zone costiere della pianura Pontina, dell’area romana e della Tuscia. «Il biologico - prosegue Romano - è il metodo che ci consente di promuovere la biodiversità e le economie del territorio. Diventa anche uno strumento culturale: molti bandi della ristorazione collettiva chiedono alle aziende di rafforzare le politiche di informazione e di comunicazione sulla sostenibilità puntando sui bambini e sui docenti. Questo li avvicina sempre di più al mondo rurale, al rispetto dell’ambiente, a un sano stile di vita».

Il rapporto

L’ottavo rapporto Foodinsider mette in luce l’equilibrio della dieta, la qualità del cibo, l’impatto ambientale del servizio mensa e la trasparenza delle ricette. La Capitale è al dodicesimo posto in Italia. Così in alto anche grazie proprio al mondo bio e all’adeguamento della qualità dei prodotti e dei principi economici basati sulla riduzione degli sprechi, sul km0 (e, quindi, sul sostegno dell’agricoltura locale). Che il mercato delle mense romane costituisca un grande settore per il bio lo dicono i numeri che, già solo per il settore pubblico, confermano quanto sia davvero rilevante. Roma Capitale ogni giorno offre il servizio di ristorazione scolastica a 150.000 bimbi che frequentano le scuole dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado, con un totale di oltre 30 milioni di pasti all’anno. Il servizio viene erogato in 730 scuole, di cui solo il 13% è un cosiddetto “terminale di consumo”, e quindi riceve pasti trasportati dalle cucine delle scuole limitrofe. Questo sta a significare, dunque, che ci sono in ogni istituto persone che preparano e allestiscono la tavola per i più piccoli. Poi, in questo mercato, ci sono tutte le mense delle istituzioni e del fitto tessuto delle imprese della Capitale, che sempre di più puntano sulla qualità dei prodotti.

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