Expo 2030, imprese e istituzioni del Lazio unite per la candidatura di Roma

Rocca: "Abbiamo fatto squadra"

Il Lazio unito per la candidatura di Roma all'Expo 2030: un momento dell'evento
di Giampiero Valenza
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Giovedì 16 Novembre 2023, 18:59 - Ultimo aggiornamento: 19:05

Le istituzioni, le imprese: il Lazio che decide e che produce è tutto unito. E dietro le tre parole chiave per attrarre nuovi investimenti come rigenerazione, inclusione e innovazione rafforza la candidatura della Capitale per Expo 2030. Questa mattina, all'appuntamento «Insieme per realizzare un sogno», il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il presidente della Fondazione Expo Roma 2030, Massimo Scaccabarozzi e la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, hanno illustrato il lavoro di network tra le imprese locali, nazionali e internazionali svolto dalla Fondazione.

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La «Fondazione Expo Roma 2030», costituita il 18 luglio 2022, è a supporto della candidatura di Roma per ospitare l'Esposizione universale nel 2030. Composta da Unindustria, Cna Roma, Coldiretti Roma, Confcommercio Roma, Federlazio, Ance Roma-Acer e Confesercenti, la Fondazione, in questi mesi di lavoro, ha sostenuto il Comitato promotore Istituzionale per dimostrare il vivo interesse e la piena condivisione di un grande progetto da parte di tutto il sistema imprenditoriale della città, contribuendo concretamente alla sfida della candidatura di Roma. La Fondazione ha inoltre promosso il valore della grande occasione rappresentata dall'Expo presso le forze sociali e produttive del territorio regionale e nazionale, allargando il consenso della candidatura a tutta la società civile.

«In questi mesi abbiamo fatto squadra, lavorando con grande determinazione, generosità e passione per far sì che il sogno di Roma Expo 2030 diventi realtà - ha detto Rocca - Il Lazio, culla della civiltà mediterranea, è il teatro ideale per ospitare una manifestazione di rilevanza storica come l'Esposizione universale.

Un territorio che nei secoli è fiorito attraverso l'apertura, l'inclusività e lo scambio tra culture non può che essere pronto a raccogliere questa sfida. L'Esposizione universale donerebbe a Roma una dimensione contemporanea, ponendola al centro della scena internazionale. Puntare sulla nostra Regione significherebbe, tra l'altro, rafforzare un'area - quella del Centrosud - che ha urgente bisogno di rilancio, crescita, occupazione».

«Le possibilità di aggiudicarci l'Esposizione Universale del 2030 sono in costante crescita. Bisogna crederci e fare questo sforzo finale tutti insieme, il sistema produttivo ne è convinto - ha spiegato Massimo Scaccabarozzi - Ospitare l'Expo a Roma rappresenterebbe un'opportunità straordinaria di promozione internazionale della Città sui temi dell'innovazione tecnologica, dello sviluppo urbano sostenibile e dell'integrazione tra i popoli, tutti al centro del dossier di candidatura. Ma l'Esposizione universale sarebbe anche una spinta decisiva per l'economia della Capitale, della Regione e del Paese. Parliamo di 50 miliardi di ritorno economico complessivo, a fronte dei 10 miliardi di investimento, 11mila nuove imprese e 300mila nuovi posti di lavoro, con un protagonismo rinnovato della nostra regione, il Lazio, che è la seconda regione del Paese per valore del Pil», ha concluso il presidente della Fondazione.

Roma è una location perfetta per Expo, «perché è sempre stata una Capitale del mondo, crocevia di culture, tradizioni e religioni, promuovendo da secoli progresso sociale e condivisione di idee globali. Finora è stato fatto un lavoro straordinario da parte delle Istituzioni - Governo, Regione, Comune - e del Comitato Istituzionale, ma soprattutto da parte delle imprese che hanno sempre creduto nella nostra Fondazione - ha commentato  Scaccabarozzi - Sono convinto che possiamo giocarcela alla pari fino al voto finale, anche con la voglia di restituire a Roma quel sogno strappato a causa della Seconda Guerra Mondiale che annullò l'Esposizione prevista in Città per il 1942. Ora possiamo farcela e crederci tutti insieme», ha concluso.

La candidatura di Roma a Expo 2030 rappresenta «una sfida importante per le ricadute che potrebbe avere per il Lazio e per tutto il nostro Paese. I grandi eventi cambiano il volto e l'economia dei territori e diventano fondamentali per la riqualificazione e lo sviluppo, creando tante nuove opportunità. Expo rappresenta un'occasione di crescita per tutti i partecipanti», ha affermato la vicepresidente Angelilli.

Per Expo a Roma, «la speranza è vincere la competizione anche se è difficilissimo. Si tratta di percorsi molto complessi. Ci auguriamo di arrivare al ballottaggio e poi lì ci può essere qualunque tipo di esito», ha detto il presidente di Unindustria, Angelo Camilli. «Il nostro progetto ha una qualità indiscussa ed è stata apprezzata. A questo va aggiunta una grande coesione istituzionale - ha aggiunto il responsabile di Unindustria - Speriamo che a livello internazionale possano essere presi in considerazione non solo gli aspetti di natura economica ma anche i valori che rappresentiamo come città, progresso sociale e prospettive per il futuro rispetto ad altre candidature», ha concluso il presidente di Unindustria.

Il messaggio «mi sembra chiaro: è quello di stare insieme per promuovere Roma e la sua candidatura. La speranza è tanta - ha detto il presidente di Ance Roma Acer, Antonio Ciucci -. Il clima è di grande fiducia ed entusiasmo per Roma ed è innegabile che sarebbe un evento eccezionale che potrebbe veramente, oltre le risorse del Pnrr e del Giubileo, dare una grande spinta alla città. Come associazione costruttori abbiamo lavorato con questo spirito di unità e speriamo che possa continuare anche dopo l'Expo».

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