Banda del buco a Roma, ritrovato un tesoro senza padroni: 400 gli oggetti preziosi attendono di essere reclamati

I carabinieri hanno arrestato i ladri e recuperato gran parte dei loro bottini

Banda del buco a Roma, ritrovato un tesoro senza padroni: 400 gli oggetti preziosi attendono di essere reclamati
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 11 Aprile 2024, 00:40

Orecchini, ciondoli, anelli e bracciali: è un paniere variegatissimo quello recuperato dai carabinieri della stazione di San Lorenzo in Lucina a seguito dell’esecuzione di una misura cautelare, firmata dal gip Anna Maria Gavoni, contro la “banda del buco”, una consorteria - tutta italiana e in larga parte romana - che aveva firmato nella notte fra il 2 e il 3 ottobre scorso un colpo da ben 800 mila euro in una gioielleria di via Bocca di Leone. Il gruppo riuscì a “bucare”, per l’appunto, l’armadio blindato del negozio forando il muro dell’ingresso del condominio confinante con l’attività commerciale. Dalle indagini e dall’identificazione della “banda”, resa possibile anche grazie alla scrupolosa analisi dei filmati degli impianti di videosorveglianza di zona, si riuscì a capire anche il “lavoro” che c’era stato dietro al furto: diversi appostamenti e almeno tre sopralluoghi precedenti al colpo.

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La refurtiva

La refurtiva che fu sottratta è stata in larga parte recuperata e riconsegnata alla designer proprietaria della gioielleria, svelando il giro che la banda aveva da tempo con una serie di rivenditori.

I classici “compro oro” a cui, in diverse zone della città, la donna della banda, Tullia Loreti, classe 1951, si era rivolta per piazzare i gioielli e ricevere in cambio o stabilire la “monetizzazione” di quei preziosi attraverso denaro o polizze o piccoli lingotti d’oro. Nel corso delle indagini, però, e dei sequestri che sono poi scattati, la refurtiva complessiva recuperata non contemplava solo i monili e i preziosi che erano stati rubati in via Bocca di Leone ma decine e decine di altri gioielli, di cui è ipotizzata la stessa origine.

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Il servizio

Ovvero anelli, bracciali, orecchini e ciondoli rubati in altre occasioni ma non ancora piazzati. E tutto quel “compendio”, di indiscusso valore, dietro l’autorizzazione della Procura, è stato fotografato e catalogato nella pagina “oggetti rinvenuti”, sul sito www.carabinieri.it/in-vostro-aiuto/servizi/banche-dati/oggetti-rinvenuti. Chi li dovesse riconoscere come propri potrà contattare i carabinieri della stazione San Lorenzo in Lucina per dimostrare la titolarità e tornarne in possesso. I gioielli, le cui foto sono state caricate sul portale, sono i più diversi: ci sono ciondoli, orecchini di diamanti e pietre preziose, anelli. Nel corso delle indagini sulla “banda del buco” per il colpo messo a segno nel pieno Centro di Roma, i militari hanno svolto ben 13 perquisizioni locali e personali recuperando refurtiva verosimilmente datata. Gli importanti oggetti sequestrati, tra gioielli, pietre preziose, brillanti, orologi di valore ammontano a circa 400 pezzi, in parte sono stati riconosciuti dalla proprietaria della gioielleria mentre per gli altri proseguono gli accertamenti dei militari per risalire ai proprietari ai quali poterli restituire. Nelle disponibilità degli indagati - oltre alla donna, la “mente” del gruppo è stata identificata in Massimo Albanese, classe 1958, mentre i fratelli Pietro e Oreste Di Seri sono stati accusati di aver supportato le operazioni per il furto - è stata trovata una ingente e sofisticata strumentazione tecnica di alto livello, chiavi rudimentali autocostruite e diverse centinaia di chiavi da duplicare (grezze), attrezzatura idonea alla fedele riproduzione di qualsiasi tipo di chiave cilindro europeo incluso, fiamme ossidriche, “piedi di porco”, endoscopio auricolare wi-fi che serve per ispezionare l’interno delle serrature, 15mila euro in contanti, ventose di grosse dimensioni e parte dell’abbigliamento indossato durante i sopralluoghi e il furto nella gioielleria di via Bocca di Leone.

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