Veltroni e la storia, una lezione sull'odio

Veltroni e la storia, una lezione sull'odio
di Valentina Venturi
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Sabato 23 Marzo 2024, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 18:51

La storia raccontata attraverso lo sguardo analitico del presente. Un presupposto caro al politico, scrittore e giornalista Walter Veltroni che ha deciso di metterlo in atto all'interno del suo nuovo, ultimo romanzo dal titolo "La condanna" edito Rizzoli. In questo caso l'ambientazione scelta è quella del settembre del 1944 quando i nazisti stanno scappando da Roma, lasciandosi dietro una scia di orrori e violenze: è qui che le vite del questore Pietro Caruso e del direttore del carcere di Regina Coeli Donato Carretta si intrecciarono drammaticamente. Ieri nella sala della libreria di via dei Barbieri 7 un giustamente soddisfatto autore è stato accolto da uno scroscio di applausi, derivante da una sala gremita. Ad affiancarlo nella presentazione del suo impegno letterario i colleghi giornalisti Aldo Cazzullo, Giovanni Floris e Monica Maggioni: insieme hanno parlato di storia, di passato e dell'importanza della professione del giornalista.

 

Tra il pubblico si riconoscevano l'attrice Maria Rosaria Omaggio e Marco Delogu, entrambi interessati a comprendere ogni passaggio narrativo.

A Spazio Sette si è svolto un raffinato scambio intellettuale che è seguito a quello già vissuto in mattinata quando Veltroni ha incontrato al Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per presentargli il libro insieme ai vertici della casa editrice Massimo Turchetta e Federica Magro. Il romanzo "La condanna" racconta allora del lavoro del protagonista Giovanni, una sorta di l'alter ego di Veltroni: un giovane giornalista immerso nella precarietà, che guida il lettore a rivivere una pagina dell'Italia postfascista: la vicenda legata a Donato Carretta direttore del carcere di Regina Coeli, linciato dalla folla nel settembre 1944. Giovanni s'immerge nella ricerca, portando il lettore all'interno di luoghi che furono teatro del drammatico episodio come il Palazzo di Giustizia, il Tevere e Regina Coeli, riportando in vita tra le pagine anche le testimonianze di chi quel massacro lo ha visto e documentato.

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