La Città Eterna sempre più meta di set cinematografici. E ancora una volta, ecco momenti di cinema alla ribalta. Tecnici, luci da posizionare, macchine da presa da montare e tanti ciak. Pieno di vita quello del movie “72 ore”, del regista romano Luciano Luminelli, approdato lungo gli angoli di viale Europa, all’Eur, e in un appartamento esclusivo a via della Tecnica, sempre in zona. Tra gli interpreti dello script c’è Sebastiano Somma, immortalato con tanto di zucco di lana scuro e tuta. Appare davvero concentrato: si rilegge il copione per sicurezza. Ma il protagonista è il teutonico Kaspar Capparoni, che in maglione nero su jeans in tinta si diverte a scherzare con i tecnici tra una ripresa e l’altra. Subito dopo eccolo al trucco e parrucco.
Roma, ciak all'Eur per "72 ore" e il quartiere si riempie di star
Analizza la sceneggiatura con Luminelli: regista che nella vita è anche architetto.
Si prosegue con gli allestimenti. Ci sono anche Debora Caprioglio, in lungo completo beige, e Beppe Convertini, che si fa aggiustare il look prima di girare. Luminelli, sempre molto puntiglioso, illustra a tutti i colleghi i vari dettagli giornalieri in agenda, con dovizia di particolari. «La pellicola - ricorda il cineasta - ha visto la luce a Treviso con i primi ciak di novembre per poi approdare qui, dove sono coadiuvato dalla sceneggiatrice Noemi Guidi». Ed ecco quest’ultima, attentissima, aggirarsi per il set in mise rosa.
Non si perde una scena il produttore Roberto Coffa. Segue con attenzione l'ambientazione della storia di un cinquantenne (Capparoni) con una vita abbastanza irrisolta: sarà lui a coinvolgere un amico d'infanzia, Blas Roca-Rey, nel ritrovamento di una refurtiva di guerra che dapprima riescono a recuperare, per poi esserne derubati. Bottino che avrebbe dovuto risolvere i problemi economici del protagonista. Sull'onda dell'ennesima sconfitta Capparoni sarà salvato dalla suocera Corinne Clery, che assieme ad un sacerdote, Sebastiano Somma, amico di famiglia, lo toglierà dai guai.