Andrea Di Donna: «Roma è paura, vergogna, giudizio. Ma è tutto ciò che poteva permettere ad uno come me di esprire il meglio di sé»

Il cantautore a cuore aperto: «Nascere in periferia mi ha dato la spinta per inseguire il mio sogno»

Andrea Di Donna: «Roma è paura, vergogna, giudizio. Ma è tutto ciò che poteva permettere ad uno come me di esprire il meglio di sé»
di Noemi Aloisi
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Lunedì 13 Novembre 2023, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 13:26

Andrea Di Donna è un cantautore romano e si esibisce prevalentemente sul territorio, attualmente vive all'Eur, ma si esibisce abitualmente in due quartieri caratteristi della Capitale, Tastevere e il Pigneto.«Si tratta di due quartieri molto diversi tra loro, è come vivere due città differenti. L'atmosfera a Trastevere è più dionisiaca, c'è un impatto istantaneo, il pubblico sente con il cuore chiede immediatezza. Al Pigneto invece mi interfaccio con un pubblico diverso che vuole capire, le parole hanno un peso. Vivere di musica non è facile non lo è mai stato, in una Roma che si sta trasformando e ghettizzando sempre di più, è ancora più dura. Ogni quartiere e ogni locale richiede qualcosa di specifico e mirato, essere plastico, non riesce a tutti, io invece credo di riuscire nel mio piccolo a soddisfare diverse aspettative».

Secondo Andrea infatti scegliere di affermarsi mettendosi in contrasto con ciò che non ci rappresenta è ridicolo e non ha senso. Purtroppo è nella natura dell'uomo da sempre, non si trovano molte persone che hanno voglia di empatizzare. «Nella sua storia Roma è rimasta sempre fedele, credo che sia il centro del mondo, indicare Roma come tale è un'azione che si compie anche da ubriachi quando non si è coscienti, quando si dice la verità, indicare un'altra città come centro del mondo è un'azione che nessuno compierebbe da ubriaco. Roma è vera, è pazza, è infinita, ti dà la possibilità di non sentirti romano. Attualmente siamo in un'epoca oscura cercare di non perderci e attaccarci a qualcosa, avere un obiettivo è ciò che da sempre ci permette di andare avanti.

In un periodo come questo sento di averne ancora più bisogno. Prima vivevo a Fonte Meravigliosa mi sentivo soffocare e non sapevo dove stavo andando, l'ambiente lì era parecchio paesano e lo è tuttora. Quando ero piccolo, non c'era un centro per noi, non lo conoscevamo, non c'era un posto dove ritrovarsi, per me esisteva la casa di qualcuno, ed è in quella solitudine che ho sentito la necessità di trovare il mio posto. Non è stato semplice soprattutto a causa dell'approssimazione che domina su questa città, trovare la musica per chi viene da un quartiere  periferico come quello non è una cosa facilmente ottenibile. Quando vivevo lì sentivo il giudizio della gente, percepivo nei loro sguardi il fatto che non c'era approvazione. Roma in un luogo ai margini può diventare vergogna, paura, incomprensione, puù essere una vera merda, tuttavia è l'unico posto che poteva permettere ad uno come me di esprimere il meglio di sé. Da quando mi sono trasferito all'Eur, tutto è cambiato e ad oggi posso affermare di aver trovato in parte il mio posto, vivendo Roma nelle sue mille sfaccettature, accettandola per ciò che è, mi sento finalmente accettato anch'io». Anche se siamo abituati a rappresentare Roma con il Colosseo e le grandi piazze, Roma è anche questo, è incomprensione solitudine e sofferenza, talvolta però, ritrovarsi in una condizione del genere ci permette di avere una spinta in più per provare ad essere ciò che si desidera. Andrea ha scelto di non addomesticarsi a ciò che il quartiere gli richiedeva e ha preferito esprimersi e lottare, da poco è uscito il suo nuovo singolo TMFI.

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