Opera, salta la prima con Muti: sindacati in sciopero

Opera, salta la prima con Muti: sindacati in sciopero
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Domenica 24 Novembre 2013, 18:17 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 09:02

Stop alla prima del 27 novembre e a tutta la produzione dell'Ernani diretto da Riccardo Muti. Lo ha deciso domenica l'assemblea dei lavoratori del teatro dell'Opera di Roma, per protestare contro l'ipotesi di commissariamento. Lo rendono noto i sindacati Cgil, Libersind e Fials.

A seguito della proclamazione dello sciopero da parte delle organizzazioni sindacali per la prima dell'opera Ernani la direzione del Teatro dell'Opera di Roma ha convocato d'urgenza un incontro con le rappresentanze sindacali aziendali per lunedì alle ore 12.

Le reazioni. «Dopo le rassicurazioni di oggi appare totalmente incomprensibile e immotivata la proclamazione dello sciopero indetto al Teatro dell'Opera che farebbe saltare la programmazione dell'Ernani.

Qualcuno sta giocando allo sfascio. Si rischia di buttare via anni di splendida attività svolta dal maestro Riccardo Muti e dall'impegno appassionato dell'orchestra, degli artisti e delle maestranze. Faccio appello affinché si scongiuri l'ipotesi dello sciopero che inevitabilmente porterebbe tutto alla rovina, con danno prima di tutto per i lavoratori», commenta il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“Ho avviato una serie di consultazioni con il Ministro dei Beni Culturali Massimo Bray e il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Non comprendo la decisione di sospendere le attività del Teatro dell’Opera, con gravissimi danni per il teatro stesso, i lavoratori e il Paese. E’ evidente, a tutti, che i tre soci fondatori vogliono procedere al rinnovo della governance del Teatro dell’Opera nel mese di dicembre, facendo la scelta migliore nell’interesse della funzione artistica che, grazie alla direzione del maestro Muti, ha raggiunto negli ultimi anni livelli di eccellenza planetaria”, dichiara il Sindaco di Roma, Ignazio Marino. “La Regione Lazio ha confermato che verserà al Teatro dell’Opera le risorse che non sono state erogate dall’amministrazione Polverini negli anni 2011 e 2012. Ciò risolverà qualsiasi problema contingente”, aggiunge Marino. “Tuttavia ciò non significa che nella visione dei tre soci fondatori non ci sia una volontà determinata di innalzare il livello artistico e di dare, allo stesso tempo, attuazione a una severa, intelligente e rigorosa spending review rispetto alla gestione economica di una delle più importanti istituzioni culturali di questa città e del Paese. Sono sicuro che prevarrà un atteggiamento responsabile da parte di tutti. Bisogna evitare, comunque, ogni forma di strumentalizzazione dei lavoratori e delle loro preoccupazioni. Se qualcuno vuole giocare allo sfascio sta commettendo un grave errore”, conclude il Sindaco di Roma.

La posizione della Regione. La Regione Lazio, secondo le scadenze programmate, sta saldando i contributi spettanti al Teatro dell'Opera che erano bloccati dal 2011. Nello specifico, in riferimento all’anno 2011, il debito certificato ammonta a 3 milioni di euro da pagare entro il 30 giugno 2014, come previsto dal Dl 35/2013. Tale somma è immediatamente smobilizzabile grazie all’Accordo ABI sottoscritto il 13 novembre scorso. Per l’annualità 2012 il debito ammonta invece a 2.550.000 euro di cui 1.550.000 sarà saldato entro la fine del 2014, o al massimo all’inizio del 2015 (anche queste sono risorse finanziarie smobilizzabili attraverso l’accordo sottoscritto con l’Abi), il milione di euro restante sarà pagato in una unica tranche nel corso del 2015.

Il comunicato dei sindacati. «L'odierna assemblea dei lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma, convocata a seguito dello stato di mobilitazione in corso, ha apprezzato le dichiarazioni del ministro Bray apparse oggi sulla stampa relativamente al suo interessamento alle sorti del Teatro dell'Opera - fanno sapere in una nota le rappresentanze sindacali aziendali Slc-Cgil, Fials-Cisal, Libersind-Confsal - ma ha altresì evidenziato come il problema concreto sia il grave ritardo con cui gli altri soci fondatori (Comune e Regione) fanno arrivare il loro contributo già approvato nel bilancio previsionale nelle sedute del C.d.A.». «A causa di ciò, al momento, mancano addirittura le coperture finanziare per l'erogazione degli stipendi di novembre e dicembre - continuano i sindacati - Non risulta pervenuto neppure il versamento di 1 milione di euro necessario alla copertura dei contributi Inps, già annunciato come effettuato oltre una settimana fa dal Campidoglio e confermato per le vie brevi dall'assessore Flavia Barca negli incontri di questa settimana». «Èevidente che in tali condizioni risulta impossibile poter andare in scena con la indispensabile serenità - sottolineano - L'assemblea, stante il vigente stato di agitazione, ha pertanto dichiarato l'astensione dalle prestazioni lavorative in concomitanza con tutte le recite programmate di 'Ernanì. I lavoratori non intendono accedere per nessun motivo alle procedure previste dalla legge 112/13 per l'indotta mancanza di liquidità causata dal mancato rispetto degli impegni assunti dai soci fondatori». «Come già comunicato all'assessore Barca si ribadisce la richieste di un immediato tavolo istituzionale con Campidoglio e Regione Lazio per fare chiarezza sul reale progetto circa il futuro del Teatro dell'Opera di Roma come centro di produzione nazionale di eccellenza di Lirica e Balletto», concludono.

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