Auto sulla folla a Roma, nomadi ancora in fuga: la pista del patto con la camorra per droga e armi

Auto sulla folla a Roma, nomadi ancora in fuga: la pista del patto con la camorra per droga e armi
di Lorenzo De Cicco e Luca Lippera
3 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Giugno 2015, 05:41 - Ultimo aggiornamento: 08:15


Dal traffico di droga all'usura, dalle armi alle estorsioni. Le indagini sull'incidente di mercoledì scorso a Primavalle starebbero confermando i legami tra la criminalità organizzata e il sottobosco dei nomadi che vivono a Roma. L'intestazione a un pregiudicato napoletano dell'auto che ha investito dieci persone e ucciso una donna in via Mattia Battistini nella bestiale serata di cinque giorni fa ha fatto immediatamente pensare a un possibile rapporto tra il clan degli zingari tuttora in fuga e la camorra.

L'ALLEANZA
Ma il connubio tra la galassia rom e le malavita non è una scoperta dell'ultim'ora e i boss degli accampamenti non hanno rapporti preferenziali con nessuno. Quello della Monachina non sembra essere un caso isolato. «Tra campi rom e organizzazioni criminali c'è un rapporto di affari che negli ultimi anni, almeno in alcuni insediamenti, è diventato strutturale», è l'allarme che lancia Giampiero Cioffredi, presidente dell'Osservatorio Regionale per la Legalità, l'organismo che ogni anno redige il Rapporto sulle Mafie nel Lazio. Le famiglie dei Casamonica, ma anche dei Ciarelli-Di Silvio e degli Spada, secondo Cioffredi, avrebbero «relazioni sia con la Camorra che con la 'Ndrangheta».
LE COSCHE
Nel caso dei Casamonica - il potente gruppo di sinti che controlla l'area sud di Roma e dei Castelli e che venne chiamato dai boss di Mafia Capitale a «gestire» la sicurezza del campo di Castel Romano - decine di provvedimenti giudiziari parlano dei legami con le 'ndrine dei Molè e dei Piromalli ma anche dei rapporti con il clan camorristico dei Senese e la banda di Pagnozzi, i «napoletani della Tuscolana». Relazioni non sempre facili, quelle con la criminalità campana, visto che nel 2008 Senese, secondo la magistratura, decise di far eliminare “Peppe O' Zingaro”, alias Giuseppe Casamonica, boss della Romanina, per colpa di alcuni contrasti sulla gestione dei locali notturni in mano al racket. «Anche un altro clan, quello bosniaco degli Hamidovic - prosegue il presidente dell'Osservatorio Antimafia - è coinvolto in inchieste per usura e traffico di droga, attività che in genere vengono gestite con il supporto di strutture criminali più complesse come 'ndrangheta e camorra».

GLI INSEDIAMENTI
L'intreccio criminale tra i clan nomadi e le cosche napoletane e calabresi, secondo gli esperti dell'osservatorio per la Legalità, arriverebbe fin dentro i campi rom. Sarebbero proprio le famiglie autoctone a fare in qualche modo “da ponte”. «Non bisogna pensare che negli insediamenti esista solo la criminalità comune - sottolinea Cioffredi - ci sono anche delle strutture più complesse che a loro volta hanno rapporti con esponenti delle 'ndrine e della camorra».