ROMA - Quando alle 19 il sindaco Ignazio Marino convoca d'urgenza la maggioranza, il pensiero diffuso è questo: la sua Panda Rossa l'ha mandato fuori strada e in tanti evocano lo spettro dimissioni.
Alla fine non accade niente di tutto ciò. La coalizione di centrosinistra in tarda serata blinda il chirurgo dem - in cambio del rimpasto e di alcune teste da far rotolare - e bolla questa storia delle multe e dei permessi della Ztl come «un attacco politico». Anche se la vicenda è tutto fuorché conclusa, visto che ormai sta tenendo banco nei Palazzi della politica romana e anche in quelli della magistratura.
L'ACCUSA
A dare il buongiorno al sindaco Marino è stato il senatore di Ncd Andrea Augello che in conferenza stampa ha smontato la denuncia di sabato scorso «sul dossier informatico confezionato contro di me perché sto calpestando i piedi a molte persone», come lo aveva definito Marino. «Non c'è stato alcun hacker in azione contro il sindaco», ha ribattuto Augello.
LA RISPOSTA
Nel pomeriggio finisce nel mirino il capo del gabinetto Luigi Fucito che sabato avrebbe dato le carte al sindaco per fargli denuncia il dossier. Ma il dirigente si smarca: «La vicenda non è stata gestita dal mio ufficio». Passano le ore, il chirurgo dem partecipa all'assemblea dei sindaci della città metropolitana, ma preferisce andarsene da un'uscita secondaria. L'imbarazzo nello staff monta sempre di più. E così davanti al silenzio e a versioni che non tornano inizia a rimbalzare la voce delle dimissioni del sindaco di Roma. Niente più che una boutade perché in serata davanti alla propria maggioranza ricostruisce tutti gli aspetti di questa vicenda. Ribadendo che un'intrusione informatica ai suoi danni è comunque avvenuta e che «sarà la magistratura ad accertare i fatti». Insomma, nemmeno un passo indietro. Piuttosto stupore per come Augello sia riuscito ad avere di nuovo le stampate dei permessi. Sono le nove di sera quando un comunicato della maggioranza prova a chiudere la vicenda, da parte del chirurgo dem nemmeno una parola. «Ho la coscienza a posto, sto lavorando per il bene della Capitale», confida provato ai suoi collaboratori prima di ritornarsene a casa. In bicicletta.