La denuncia del sindaco Ignazio Marino è ufficialmente approdata a piazzale Clodio: ora è sul tavolo del procuratore capo, Giuseppe Pignatone, che ha già aperto un fascicolo per accesso abusivo al sistema informatico in relazione alla misteriosa sparizione dai computer del Campidoglio dell'autorizzazione che permetteva al primo cittadino di circolare nelle zone Ztl del centro storico con la sua Panda rossa.
L'inchiesta, per ora contro ignoti, verrà assegnata nelle prossime ore a un magistrato del pool guidato dal procuratore aggiunto Nello Rossi.
LO SFOGO
Ma la domanda non cambia: chi e con quale fine si è introdotto nel sistema informatico per manomettere i dati sulla ”white list” della ztl? I sospetti sono a lunga gittata. Marino accusato chi vorrebbe una Capitale governata «da favori o peggio ancora da tangenti».
Ieri è ritornato sull'argomento, con una battuta ornitologica, parlando «di corvi da sconfiggere». Che seguendo i ragionamenti che si fanno in queste a Palazzo Senatorio avrebbero - attivato con l'intrusione nei pc - la macchina del fango. C'è dunque in questa storia di presunti spionaggi e sabotaggi la mano di qualche dipendente infedele mosso per fini politici? «La verità - è uno dei ragionamenti che fanno le persone più vicine a Marino - è che paghiamo il fatto di non aver messo in pratica, come invece è sempre accaduto, lo spoil system negli uffici capitolini». E cioè che, pianta organica alla mano, gran parte della struttura dirigenziale non è stata cambiata con l'arrivo del centrosinistra. E' questo «lo strano clima» di cui parla il chirurgo dem? Quanto «ai corvi da sconfiggere» la palla passa alla Procura. «Saranno arrestati i responsabili di quest'azione». Intanto, in Comune continuano a regnare sospetti e dietrologie.