Centinaia di immigrati in rivolta nel Cara vicino a Roma, un altro con la bocca cucita per protesta nel Cie alla periferia della Capitale. Nelle strutture di permanenza dei migranti la situazione resta tesa e difficile.
Al Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma, oltre 200 ospiti sui 780 totali si sono "ammutinati" per protesta contro il mancato versamento della diaria di 2,50 euro. Hanno bloccato il cancello di ingresso al centro - hanno riferito polizia e operatori - e impedito il cambio turno del personale e l'accesso ai militari di guardia.
I poliziotti sono intervenuti energicamente - dopo essere stati colpiti da dei sassi, secondo la questura - ma la protesta è proseguita per diverse ore.
Il Cara è gestito dal 7 aprile scorso dalla Cooperativa Auxilium, che ha in carico anche i servizi all'interno del Centro identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria, alla periferia di Roma. In quest'ultimo ieri un tunisino si è cucito la bocca per protesta, come molti suo compagni a più riprese nei mesi scorsi. Un episodio rivelato dall'ufficio del Garante dei detenuti del Lazio.
Al Cara di Castelnuovo di Porto la gestione dei servizi è cambiata da poco più di un mese. Il direttore Vincenzo Lutrelli, oggi rimasto a lungo chiuso fuori dalla struttura, ha spiegato così l'origine della protesta: «Quando siamo arrivati ad aprile abbiamo trovato molti ospiti abusivi e illegali, che non dovevano stare nel Cara, e abbiamo iniziato a fare ordine - ha detto Lutrelli - Il contributo di 2,50 euro al giorno da spendere all'interno del centro prima veniva corrisposto in contanti e noi abbiamo pensato di introdurre una card.
Si stava per risolvere tutto, avevamo detto agli ospiti di aspettare, invece oggi è scoppiata questa protesta». Dopo la violenza, in queste ore si prova a dialogare all'interno del centro.