Tra le richieste formulate dal pm Francesco Minisci, quella a 7 anni di reclusione per Vincenzo Alvaro e a 5 anni per Damiano Villari, ritenuti dagli inquirenti le figure di primo piano nelle attività illecite. Al centro della vicenda, decine di locali (tra bar e ristoranti) che esponenti della cosca Alvaro decisero di acquistare a Roma affidandone poi la gestione a propri familiari o a soggetti di particolare fiducia cui vengono intestati i beni «pure in mancanza di disponibilità economica» o di «specifica competenza professionale».
«Il contesto in cui gli imputati hanno compiuto il reato di trasferimento fraudolento di beni per eludere la normativa in materia di misure di prevenzione - ha detto il pm Francesco Minisci -è di elevata mafiosità».
Villari, dopo le richieste, ha commentato: «dopo questi 5 anni di disperazione credo ancora nella giustizia pulita e sana ma anche in un 'giudice a Berlino'. Mi trovo così solo perchè ho creato lavoro da onesto cittadino italiano».
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