Ostia, sequestrato il Faber Beach
accusato di bancarotta fraudolenta

Ostia, sequestrato il Faber Beach accusato di bancarotta fraudolenta
di Giulio Mancini
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Giovedì 31 Ottobre 2013, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 21:46
Dopo cinque anni di controlli e accertamenti le Fiamme Gialle hanno scoperto condotte distrattive quasi tutte relative al mancato versamento di imposte non versate.

Finisce male il progetto di ripulire le società di gestione del Faber Beach dai debiti accumulati in danno dello Stato e dei creditori. I finanzieri del Gruppo Roma II, coordinati dal sostituto procuratore Giancarlo Cirielli e dal procuratore aggiunto Nello Rossi, hanno sequestrato, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip Massimo Di Lauro, la spiaggia libera attrezzata di lungomare paolo Toscanelli, dichiarata fallita per un debito di oltre 8,3 milioni di euro, pressoché interamente riconducibile ad imposte e contributi non versati all’Erario.



Il sospetto che la società fosse stata deliberatamente avviata al dissesto finanziario è stato confermato dagli accertamenti delle Fiamme Gialle, grazie ai quali è stato possibile individuare il percorso seguito per distrarne il patrimonio ed avviarla poi verso un fallimento pilotato ed una bancarotta programmata.

Il piano messo in atto dal gestore dello stabilimento sequestrato è quello classico della spoliazione programmata del patrimonio aziendale. I rami d’azienda in attivo, in questo caso lo stabilimento balneare ed il ristorante, sarebbero stati ceduti a società “pulite”, appositamente precostituite ed affidate a prestanome della stessa famiglia, in maniera tale che in capo all’azienda “decotta” rimangano solamente i debiti e le passività.

Una volta rispettato il copione, è stato, pertanto, possibile proseguire l’attività “sotto nuove spoglie”, sottraendosi alle azioni esecutive intentate dai creditori.



Le indagini condotte dai militari della Guardia di Finanza sin dal 2008, pur in assenza di ogni scrittura contabile e di qualsiasi altra documentazione amministrativa, sottratte alla procedura fallimentare avviata nel 2012, hanno, comunque, permesso di ricostruire il percorso, individuare le responsabilità e, soprattutto, reperire i beni illecitamente sottratti ai creditori.



Grazie, infatti, al provvedimento di sequestro emesso dal gip di Roma le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro, oltre alla spiaggia, un ristorante, alcuni conti correnti e numerose quote sociali. L’intera massa aziendale è stata, poi, affidata alla responsabilità di un amministratore giudiziario che, su mandato del Giudice, avrà cura di proseguire l’attività commerciale, salvaguardando i posti di lavoro e recuperando, nei limiti del possibile, i crediti esistenti per soddisfare le varie pendenze debitorie.

I quattro responsabili delle società - il concessionario Fabrizio Sinceri, la moglie Maria Chinigò, la madre Gina Correani e la nipote Lara Guiducci - sono stati denunciati e dovranno rispondere dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.
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