Assenteismo a Roma, trasferita la direttrice del museo delle Arti: non si accorse che i suoi dipendenti timabravano e uscivano

Assenteismo a Roma, trasferita la direttrice del museo delle Arti: non si accorse che i suoi dipendenti timabravano e uscivano
di Laura Larcan
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Domenica 27 Marzo 2016, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 10:38


Se la direttrice torna a casa. Al Museo dei furbetti dell'Eur, dove i dipendenti «timbravano e uscivano dagli uffici nelle ore di lavoro», fioccano i primi provvedimenti. In sordina e senza clamore, con «trasferimenti d'ufficio» orchestrati dai vertici del Ministero per i Beni culturali e per il turismo. A distanza di due mesi dallo scandalo scoppiato per l'indagine avviata su nove dipendenti assenteisti (su 40), e in cui era rimasta coinvolta anche la direttrice Maura Picciau indagata nell'ambito dell'inchiesta, lo statale Museo delle Arti e Tradizioni Popolari ha un nuovo organigramma.
Come si apprende dal sito web dell'istituzione, cuore pulsante dell'Istituto centrale per la Demoetnoantropologia, alla guida del Museo non c'è più la Picciau, bensì la direzione ad interim dell'attuale soprintendente alle Belle Arti e Paesaggio del Lazio, l'architetto Agostino Bureca (che ha l'ufficio in via Cavalletti, in pieno centro storico).

NUOVA DESTINAZIONE
La Picciau, classe '65, cagliaritana, storica dell'arte di lungo corso, (chi la conosce bene, ne parla come di «una professionista, si portava anche i faldoni di lavoro a casa») ha un nuovo incarico. È stata trasferita d'ufficio dalla Direzione generale Belle Arti e Paesaggio alla sede della Soprintendenza di Sassari. La conferma arriva direttamente dai dirigenti del Collegio Romano. Come a dire, «è stata rimandata a casa». In realtà, già durante la sua direzione al Museo dell'Eur aveva portato avanti un doppio incarico, risultando contemporaneamente nell'organigramma del Segretariato regionale sardo al Servizio di tutela del patrimonio culturale e paesaggistico. Ma da quanto si apprende, a qualche settimana dalla bufera che aveva travolto l'istituto, il ministero ridisegnava subito la sua nuova destinazione lavorativa.
 

MANCATO CONTROLLO
È bene ribadire che nei suoi confronti a gennaio scorso il gip non aveva ravveduto condotte penalmente negligenti, respingendo la soluzione degli arresti domiciliari o l'interdizione dal posto di lavoro. La sua posizione era finita nel mirino degli inquirenti per una serie di assenze che avrebbero comportato anche un'omissione di controllo sui colletti bianchi “infedeli”. Ma è la legge che, in quanto dirigente e non soggetta a limiti d'orario, glielo permetteva. «Alla direttrice, visto l'accaduto e nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori - fanno sapere dal Ministero - non è stato riconfermato l'incarico, che scadeva “naturalmente” il 20 gennaio». Altrimenti, la sua posizione sarebbe stata prorogata, almeno per accompagnare nel 2016 il Museo verso il delicato passaggio al nuovo assetto dettato dalla riforma del ministro Dario Franceschini.

IL DECRETO
Secondo lo schema di decreto pronto sul tavolo del ministro, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari sarà integrato nel Polo a gestione autonoma delle Civiltà, insieme al Museo d'Arte orientale, al Preistorico Pigorini e all'Alto Medioevo. E per il Polo arriverà un nuovo direttore nominato con un bando internazionale. Se la direttrice ritorna in Sardegna, i nove dipendenti assenteisti restano a casa. «Per tutti gli altri - dicono ancora dal Ministero - si aspetta l'esito del processo, intanto sono stati sospesi gli stipendi ed è probabile che già in sede processuale si vada al licenziamento. Se questo non accadesse in quella sede, l'amministrazione si riserva di farlo per via disciplinare».
 

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