Al bar anziché sulle ambulanze una condanna e cinque a giudizio

Al bar anziché sulle ambulanze una condanna e cinque a giudizio
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Martedì 11 Gennaio 2022, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 08:28

Risultavano regolarmente in servizio sui mezzi di soccorso del 118 mentre in realtà erano in giro o al bar grazie ad alcuni colleghi che avevano timbrato il cartellino al posto loro. Ieri mattina cinque infermieri dell'Ares in servizio presso la centrale operativa del servizio ambulanze di Latina sono stati rinviati a giudizio con l'accusa a vario titolo di truffa aggravata ai danni dello Stato in concorso e falsa attestazione mentre una sesta persona ha deciso di essere giudicata con il rito abbreviato ed è stata condannata a otto mesi di reclusione con la sospensione condizionale della pena.
Mario Parisella, 60 anni, Marco Pannozzo di 54, Gianluca Nacchia, 50 anni, Paola Mastrogirolamo, 62 anni, Monica Vittiglio, 41 anni e Luca Porcelli di 34 anni, ieri mattina sono comparsi davanti al giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina Giuseppe Cario assistiti dagli avvocati Giulio Mastrobattista, Adelino Maragoni e Angelo Farau.


I FATTI
I fatti oggetto del procedimento penale risalgono alla primavera dello scorso anno quando, in piena emergenza Covid, i carabinieri del Nas di Latina avevano avviato una serie di accertamenti sugli infermieri Parisella e Pannozzo, entrambi in servizio sulle ambulanze dell'Ares 118: per un paio di mesi i due erano stati seguiti e i loro telefoni messi sotto controllo ed era emerso che in realtà invece si essere al lavoro andavano al bar, a fare la spesa o addirittura al mare da dove uno di loro aveva pubblicato una foto sui social con tanto di orario e data. Per ben 58 volte erano stati scoperti lontani dal posto di lavoro nonostante avessero timbrato il cartellino, o avessero chiesto ai colleghi compiacenti di farlo al posto loro.
Uno dei due infermieri aveva anche il compito di controllare le presenze degli altri e aveva certificato il rispetto sia del proprio orario, che quello del collega.


LE CONCLUSIONI
A conclusione dell'indagine su provvedimento del Tribunale di Latina gli infermieri erano stati sospesi dal lavoro per 10 mesi e chiamati a risarcire 1500 euro, vale a dire i compensi indebitamente percepiti mentre erano lontani dal posto di lavoro.

Loro si sono sempre difesi spiegando che quei viaggi erano per consegnare in diverse strutture ospedaliere della regione dispositivi anti Covid.


LE POSIZIONI
Nell'udienza di ieri Luca Porcelli ha chiesto e ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato ed è stato condannato a otto mesi con la sospensione condizionale mentre per gli altri cinque il pubblico ministero Andrea Sgarrella ha chiesto il rinvio a giudizio, istanza accolta dal gip. Gli imputati dovranno comparire il 28 febbraio prossimo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Laura Morselli per la prima udienza del processo a loro carico. Non ci sono state costituzioni di parte civile.
E. Gan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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