Ariccia, torna la maledizione del “ponte dei suicidi”: scultore scavalca e si toglie la vita

Ariccia, torna la maledizione del “ponte dei suicidi”: scultore scavalca e si toglie la vita
di Enrico Valentini
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Sabato 21 Novembre 2015, 00:40 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 11:25

Ancora un suicidio dal ponte di Ariccia. A pochi giorni dalla morte di un giovane romano residente a corso Francia, arrivato ai Castelli con un autobus di linea per togliersi la vita gettandosi dal viadotto castellano sulla via Appia, ieri mattina alle 7.40 un altro uomo venuto apposta dalla Capitale, M. G., 40 anni, scultore e maestro d'arte molto conosciuto tra i frequentatori dei corsi artistici dell'Urbe, si è ucciso lanciandosi dal ponte monumentale.

Un volo da circa 60 metri di altezza che non poteva lasciare scampo allo scultore, partito alle prime luci dell'alba dalla sua abitazione al Trionfale, in via Giordano Bruno, e arrivato ad Ariccia con la sua utilitaria, una Chevrolet Matiz.

«Non c'è stata possibilità alcuna di intervenire - racconta un operatore della ditta che gestisce la raccolta differenziata ad Ariccia- Stavo passando sul ponte con il mio furgoncino quando ho visto quell'uomo scavalcare velocemente il parapetto e buttarsi subito dopo dalla rete di protezione.

E' stato un attimo».

Un tuffo nel vuoto talmente repentino e improvviso che nemmeno le reti di protezione collocate sotto la balconata ne hanno frenato la ricorsa.

«Probabilmente avrà pensato e ripensato a questo gesto chissà quante volte - ha commentato uno dei poliziotti della polizia municipale, purtroppo, ormai, molto esperti di queste dinamiche - e infine ha preso di petto la situazione con estrema decisione, altrimenti, forse, avrebbe lasciato il tempo a qualcuno di riprenderlo e salvarlo».

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Domenica lo scultore aveva postato sul proprio profilo Facebook una canzone di Francesco de Gregori, “Cose”, il cui testo, letto dopo la tragedia, rende drammaticamente l'idea dello stato d'animo e delle grandi sofferenze interiori patite dal 40enne, sposato e padre di un figlio.

Forse era tornato ad ammalarsi del più terribile dei mali che, a quanto risulta agli inquirenti, potrebbe essere l'unica o una della cause che hanno indotto l'uomo a farla finita. Forse, altri motivi familiari si sono aggiunti ai problemi di salute e il 40enne, appesantito anche da problemi psicologici, non evidenti alla maggior parte delle persone che lo frequentavano, ha deciso di compiere questo gesto estremo.

Sul posto sono arrivati per i rilievi una volante della polizia di Albano, gli agenti della municipale e i sanitari del 118. La salma dopo un paio d'ore è stata trasferita alla camera mortuaria del policlinico di Tor Vergata.

Il quarto suicidio in soli cinque mesi ripropone ancora una volta per il ponte d'Ariccia la triste nomea di “ponte dei suicidi” come molti lo nominavano fino agli anni '90, prima che l'Anas installasse quelle reti protettive che, ormai, evidentemente non servono più a impedire gesti disperati.

Prima dello scultore romano residente al Trionfale, solo una settimana fa si era tolto la vita uno studente universitario 24enne. Il 30 maggio, invece, si erano uccisi madre e figlio, venuti ad Ariccia dalla loro abitazione di Centocelle. «Occorre prendere altri provvedimenti - sostiene il sindaco della città, Emilio Cianfanelli- Non possiamo assistere a queste continue tragedie. Evidentemente la soluzione che era stata trovata sul finire degli anni '90 non basta più».