L'Ama non lascerebbe solo la sede a Roma sud, quartier generale dal 1991 (la proprietà è dell'Ente previdenza dentisti) ma anche un secondo palazzo in via Mosca, all'Ardeatino. «Gli interventi di adattamento dei nuovi immobili li faremmo noi, siamo in grado di rimettere a nuovo un complesso», ha assicurato Fortini. Di definitivo non c'è ancora niente, ma l'azienda ha già visionato un paio di soluzioni nei quartieri Eur e Ostiense.
IL PORTA A PORTA
Intanto l'assessore all'Ambiente Estella Marino ha annunciato che dal 2015 il nuovo modello di raccolta differenziata sarà esteso a tutta la Capitale, raggiungendo anche i 5 municipi mancanti (I, II, V, VII e XV). I rifiuti verranno quindi separati ovunque tra carta, plastica e metalli, vetro, indifferenziata e organico.
Proprio la percentuale di raccolta differenziata raggiunta («il 38% con l'obiettivo di arrivare al 40% entro fine anno», ha detto Fortini) vedrebbe Roma al secondo posto dopo Berlino (42%) e prima di Londra (34%), Vienna (33%), Madrid (17%) e Parigi (13%). Sono i dati diffusi ieri da Ama in occasione di un meeting organizzato insieme a Atia-Iswa Italia (Associazione Tecnici Italiani Ambientali) e ai vertici delle società che gestiscono i rifiuti nelle altre città europee.
Numeri da città virtuosa che stridono con la percezione della maggioranza dei cittadini e le ricorrenti immagini di cassonetti strabordanti. «In qualche zona c'è ancora qualche problema di turni e di ritmi», ammette l'assessore che aggiunge: «A Roma, attualmente, ci sono oltre 60 mila cassonetti che però progressivamente andranno a diminuire con il porta a porta. E questo ci permetterà anche di sostituire quelli più danneggiati».