Sel si è astenuta, con l'eccezione di Imma Battaglia, che ha votato no e che ha annunciato che forse lascerà il partito.
E mentre dal II Municipio, il presidente Giuseppe Gerace denuncia «forti criticità per lo spazzamento delle strade», il difficile arriva ora: l'assessore all'Ambiente, Estella Marino, ha portato avanti una sfiancante trattativa con i sindacati che non vogliono l'esternalizzazione della pulizia dei municipi e che oggi manifesteranno sotto il Campidoglio.
Il macigno inatteso però è rappresentato dai giudizi molto severi dell'Oref (organismo di revisione economico finanziaria) presieduto da Sergio Conti e completato da Giuseppe Gismondi e Maurizio Zaccardelli.
BOCCIATURA I revisori danno sì parere favorevole (non all'unanimità), ma spiegano: la delibera sull'affidamento va votata perché «non può essere sospeso il servizio di gestione dei rifiuti urbani e igiene urbana», ma il Campidoglio si sta muovendo fuori dalle norme di legge per «la mancanza di esercizio effettivo del principio comunitario afferente il controllo analogo, fattore che compromette la garanzia del mantenimento futuro dell'equilibrio economico finanziario sia di Roma Capitale, sia dell'Ama».
Che cos'è il controllo analogo? Poiché Ama è una società in house (e per questo può ricevere l'affidamento per altri 15 anni senza gara) tutte le decisioni più importanti del cda devono - lo ha ribadito anche il Consiglio di Stato - essere sottoposte al vaglio preventivo di Roma Capitale. Questo controllo non c'è, denunciano i revisori. Ama è fuori controllo e nonostante questo le si affida il servizio per altri quindici anni. I revisori puntano il dito contro il bilancio di Ama, che non ha accantonato correttamente gli 89 milioni di euro che, secondo la Corte d'Appello, l'azienda deve pagare a Colari (si tratta del lodo riguardante la copertura di Malagrotta).
Ad Ama replicano: 16 milioni sono già stati prudenzialmente inseriti alla voce costi, mentre il resto degli 89 milioni pesa sulla gestione commissariale del debito pre 2008 del Comune. I revisori dei conti censurano anche la carenza di risposte sul fronte delle norme anti corruzione e il mancato rispetto della legge per la stabilizzazione del personale Ama (ma qui si va alla gestione passata).