Roma, incendio discarica a Ponte Mammolo, i residenti: «Ignorati i nostri allarmi, feci foto nelle favelas, mi minacciarono»

Il comitato a settembre del 2022 aveva presentato un esposto "per presenza di ampie discariche abusive nelle adiacenze del fiume"

Roma, incendio discarica a Ponte Mammolo, i residenti: «Ignorati i nostri allarmi, feci foto nelle favelas, mi minacciarono»
di Laura Bogliolo
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Sabato 5 Agosto 2023, 06:34 - Ultimo aggiornamento: 14:36

Era stato un ciclista ad addentrarsi in solitaria e in modo avventuroso in quella che ormai veniva definita dai residenti «la cittadella della vergogna». Aveva scattato foto, girato video e aveva consegnato tutto al comitato di quartiere Colli Aniene che da tempo era in allerta. Dopotutto dalle immagini satellitari di Google Earth già si vedeva lo scempio, una distesa infinita di rifiuti ammassati a ridosso di via di Ponte Mammolo, una valanga che con il tempo era scivolata fin dentro il fiume Aniene. Il comitato a settembre del 2022 aveva presentato un esposto "per presenza - c'era scritto - di ampie discariche abusive nelle adiacenze del fiume". Il Messaggero aveva documentato con un articolo lo scempio della discarica e aveva dato voce agli allarmi degli abitanti. A gennaio del 2023, poi, a entrare nella bidonville divisa in due zone da una montagna di rifiuti era stata un'associazione animalista: in un lato le baracche dei nomadi, dall'altra quelle di nordafricani con cani in pessime condizioni. Ed era partita un'altra denuncia per reati ambientali e maltrattamento di animali.

 

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Ma tutto è rimasto immutato.
Fino a giovedì sera quando sono esplose le fiamme. «La discarica era ancora lì nonostante le nostre lotte - spiegava ieri Gabriella Masella, combattente presidente del comitato Colli Aniene - da anni documentiamo la presenza di rifiuti pericolosissimi: questa è una tragedia ambientale annunciata». Da una parte l'inerzia delle istituzioni, dall'altra la rabbia di chi ieri è stato costretto a riempirsi i polmoni di particelle inquinanti. «Perché non hanno bonificato?» lo sfogo di Sara, 27 anni, che ieri ha dovuto ritirare i panni stesi nel balcone «diventati nerissimi e maleodoranti». «Eravamo consapevoli di vivere accanto a una bomba a orologeria e giovedì notte è esplosa» le parole di Simonetta, 48 anni. «L'ultima bonifica - spiega Masella è avvenuta sette anni fa, avevamo chiesto più volte di mettere l'area in sicurezza: avevamo proposto di installare dei new jersey per impedire l'accesso all'area di furgoni e camion pronti a scaricare materiale inquinante, ma i vigili ci dissero che via di Ponte Mammolo era una strada pubblica e che non si poteva chiudere l'accesso». La valanga di proteste non si è fermata. A gennaio del 2023, come ricorda Fabrizio Montanini, capogruppo della Lega nel IV Municipio, «gli ambientalisti presentarono una denuncia». «Ho trovato accampamenti di nomadi, ma anche di nordafricani: i due gruppi vivevano separati. C'erano cani legati con la catena, altri sciolti». È il racconto di Barbara Marascialli, referente della tutela dei diritti degli animali dell'associazione "Con fido nel cuore": «Appena entrata un nomade mi ha minacciata, ho chiesto dove fossero i cani perché i gatti di una vicina colonia erano stati sbranati: c'era una situazione allarmante nella Riserva protetta dell'Aniene, un bambino che rompeva la legna usando un'ascia, montagne di rifiuti che separavano i due accampamenti, un pit bull legato con la catena». Marascialli ha presentato una denuncia (datata 10 gennaio 2023) per reati ambientali e maltrattamento di animali ai carabinieri, all'Asl RmB, ai vigili del IV Gruppo. Il presidente del IV Municipio, Massimiliano Umberti (Pd), ieri sul posto, provava a spiegare: «La situazione è stata discussa un paio di mesi fa durante il tavolo pubblico della sicurezza a livello capitolino: le forze dell'ordine avevano avvertito la magistratura, l'area si trova su un terreno privato». Ma si può ovviamente agire "in danno": l'ente pubblico (Municipio o Comune) procede con la bonifica e poi chiede il risarcimento al privato. «Ma quella discarica era enorme - afferma Umberti - ci sarebbe voluto un impegno finanziario non indifferente, sembra che ora il proprietario abbia dato disponibilità a bonificare». I fondi che mancano, burocrazia, attese infinite prima che qualcuno dia una scossa incisiva per chiudere il cerchio, e intanto le fiamme sono esplose e hanno messo in ginocchio l'intero quadrante di Roma Est. Il 24 luglio una bonifica era stata fatta: ma sulla sponda opposta, vicino a via degli Alberini. Baracche rimosse, due tonnellate di rifiuti portati via. Il Municipio assicura che il prossimo blitz doveva compiersi proprio su via di Ponte Mammolo. Ma, ancora una volta, si è arrivati tardi.

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