Roma, rissa alla metro Pigneto: faida tra baby gang per controllare le piazze. Il giovane fermato si è rifiutato di dare spiegazioni

Farebbe parte di un gruppo composto anche da ragazze e noto in zona perché violento

Roma, rissa fra adolescenti alla metro Pigneto: è faida tra baby gang per controllare le piazze
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 2 Febbraio 2024, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 07:40

Una serie di colpi sferrati a tagliare l’aria fino a quello inferto al torace della vittima, un ragazzo tunisino ancora 14enne (compirà infatti gli anni il prossimo sette marzo), ricoverato poi all’ospedale pediatrico Bambino Gesù per perforamento di un polmone. «Lasciatemi, lasciatemi», gridava il suo aggressore mercoledì pomeriggio quando è stato fermato con le mani ancora sporche di sangue, in parte anche suo poiché si era ferito nel pugnalare l’“avversario”. Steso in terra, di fronte alla fermata della metro Pigneto dove intorno alle 19 aveva colpito, apparentemente per futili motivi, quel minore che da tempo vive nel centro d’accoglienza di via Zurla. L’aggressore continuava a dimenarsi, gli agenti delle volanti gli chiedevano perché avesse colpito quel ragazzo e dove avesse gettato il coltello ma non rispondeva. Si dimenava F. G. nato ad Avezzano classe 2006 in “trasferta” al Pigneto dal Tuscolano. Nessun precedente alle spalle: è stato denunciato in stato di libertà per lesioni aggravate ma era tempo che bazzicava il quartiere. «Volto noto - diceva ieri la dipendente del bar di fronte alla fermata della metropolitana - mercoledì pomeriggio l’ho visto passare più di una volta prima che scoppiasse il delirio con quel coltello in mano. Spavaldo lo teneva così, la lama non sarà stata meno di 20 centimetri». 

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LA DINAMICA
Lui e il suo gruppo, a spasso armati, di cui fanno parte anche alcune ragazze che dopo l’accoltellamento del 14enne si sono rifugiate nel supermercato vicino prima di dileguarsi.

La polizia - le indagini sono in capo al distretto Porta Maggiore - sta cercando di risalire al movente ma al momento non c’è alcuna certezza. Di innegabile, solo l’aggressione fra gruppi di ragazzi e ragazzini scoppiata in una zona molto frequentata per via della metro ma anche per le scuole e il campo di calcio, aperto a tutti di giorno e coacervo di sbandati la notte. La polizia non riesce a stabilire ancora se l’aggressione sia frutto di una lite “estemporanea” o sia arrivata a epilogo di una discussione preceduta da un appuntamento. Quale ragazzo gira per strada brandendo un coltello di venti centimetri, come ha detto la dipendente del bar, se non fosse intenzionato a spaventare o a colpire qualcuno che sta aspettando? L’ipotesi che fra i due gruppi ci fosse un “sospeso” è più che mai plausibile. Se non fosse altro perché non ci sono elementi comprovanti il contrario. Sono state acquisite le registrazioni degli impianti di videosorveglianza, comprese quelle della metro, si vede l’aggressione avvenuta sul lato opposto ma non si riesce a stabilire come sia nata. Si aspetta - perché ci si aspetta che siano state compiute delle perquisizioni e dei sequestri di cellulari ad esempio - la risposta dei dispositivi. Se appunto fra la vittima e l’aggressore fossero intercorse “comunicazioni” anche via social. Gli altri ragazzi che sono stati rintracciati e che erano presenti, sono stati ascoltati a sommarie informazioni ma tutti sono rimasti in silenzio: non sanno, non hanno visto, non riescono a spiegarsi cosa sia accaduto. Quindi? C’entra la droga che pure circola abbondantemente nel quartiere? C’entra la devianza giovanile che spinge gruppi di minori a fronteggiarsi per primeggiare?

 

Dopo il ferimento il 14enne ha attraversato la strada, dalle immagini dei video, lo si vede camminare per poi accasciarsi in terra. Prima ancora di questo, alcuni testimoni hanno chiamato i soccorsi e l’aggressore è stato prontamente individuato e fermato ma, appunto, oltre a dimenarsi non ha fornito spiegazioni. Di più: l’arma usata non si trova. Le ricerche sono state effettuate in un’ampia area ma nulla. Molto probabilmente gli amici dell’aggressore hanno avuto il tempo di farla sparire. Del resto, come pure i residenti solo ieri lamentavano «qui a parte i vigili urbani che fanno le multe non si vede né polizia né carabinieri, spacciano droga, si prostituiscono, si accoltellano davanti a una scuola». Questo succede al Pigneto, quartiere di movida, abitato da tante famiglie perbene che mercoledì sera si domandavano «ma perché? Come è possibile?». 
 

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