Ragazzo di 15 anni accoltellato al Pigneto dopo una rissa, cresce l'allerta per le baby gang

Indagini della polizia, la discussione nata per futili motivi

Un gruppo di ragazzi al Pigneto dove si è consumata un'aggressione a colpi di coltello
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 1 Febbraio 2024, 16:48

La logica del branco: muoversi in gruppo, spavaldi, con in tasca qualche coltello o cacciavite. Non con l'intento chiaro di colpire o ferire ma con la certezza di avere a disposizione un'arma da poter eventualmente utilizzare. Anche se l'offesa è uno sguardo, una parola fuori posto, un dileggio. Non serve metterci in mezzo la droga, per quanto lo spaccio in determinate zone di Roma, corra veloce proprio grazie ai minori. Qui è un altro capitolo, si tratta di devianza minorile che produce i suoi effetti a livello nazionale – basti vedere le operazioni delle forze dell'ordine condotte nel 2023 che hanno avuto per protagonisti under 18 – e che a periodi alterni, ma sempre ricorrenti, si fa sentire pure nella Capitale.

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Sull'asfalto del Pigneto restano ancora le tracce di quanto accaduto giovedì pomeriggio, quando intorno alle 17, due gruppetti di giovani si sono fronteggiati apparentemente per futili motivi, portando al ferimento di un ragazzo tunisino del 2009, residente in un centro d'accoglienza per minori non accompagnati della città. Il suo aggressore, un ragazzo italiano incensurato, classe 2006, lo ha pugnalato al torace perforandogli un polmone. Il motivo dell'aggressione? Gli agenti di polizia del commissariato Porta Maggiore stanno cercando di appurarlo ma, al momento, il ferimento sarebbe arrivato a epilogo di una rissa sorta per uno sguardo di troppo e una parola "sbagliata".

L'aggressore al Pigneto mercoledì pomeriggio era arrivato come altri giorni da un quartiere non distante con il suo gruppo. «Camminava avanti e indietro tenendo già quel coltello in mano, avrà avuto una lama di almeno 20 centimetri e lo faceva, così, sereno e tranquillo», raccontava la dipendente di un bar di fronte al luogo dell'aggressione.

Poi le urla, i colpi, alcuni ragazzi - fra loro si ricostruirà poi ci sono anche delle ragazze - si nasconderanno nel supermercato per poi dileguarsi. L'aggressore viene fermato, non ha precedenti viene denunciato in stato di libertà. Il ferito, invece, viene trasferito in codice rosso all'ospedale pediatrico Bambino Gesù, non è in pericolo di vita. Le sue condizioni restano comunque gravi.

Due gruppi distinti di ragazzi, che si incontrano e scontrano come pure spesso è accaduto in passato. Devianza minorile, violenza, aggressioni: un punto di partenza va rintracciato nel periodo della pandemie e negli incresciosi episodi accaduti al Pincio con comitive che si erano promesse le botte via social. Da lì, la deriva che non ha lo stesso effetto di altre città solo per il semplice fatto che episodi del genere tendono a “perdersi” in una Capitale da tre milioni di abitanti. Ma dall'Appio a San Giovanni, dal Tuscolano a Monteverde: decine sono i casi e le segnalazioni, con denunce al seguito sporte poi dai genitori, di minori coinvolti in risse e/o aggressioni.

A livello nazionale la situazione è la seguente: in base all'ultimo rapporto della Direzione centrale della polizia criminale e relativo all'anno appena concluso, se nel 2010 i minori arrestati o denunciati furono 28.196, dodici anno dopo il dato è arrivato a 32.522. Dal 2021 al 2022 poi le rapine sono aumentate del 33,9%, le lesioni dolose del 12,5%, le rissa del 3,1% e le percosse del 35,1% che hanno avuto come protagonisti, per l'appunto, solo dei ragazzini.

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