Orfini: Marino ha perso credibilità, lui responsabile. Pd di Mafia capitale non tornerà

Orfini: Marino ha perso credibilità, lui responsabile. Pd di Mafia capitale non tornerà
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Sabato 31 Ottobre 2015, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 21:14
«Aiutare Marino è stato il mio principale obiettivo. Gli ho fatto da scudo umano», «sono convinto di aver fatto bene» e «le ho provate tutte. Ma c'è un punto oltre il quale non si deve mai andare: se continuare significa danneggiare la città occorre fermarsi. Perché la perdita di credibilità e autorevolezza del sindaco - di cui solo lui è responsabile - non la possono pagare i cittadini». Lo scrive su Facebook il Commissario del Pd di Roma Matteo Orfini.



Insomma, l'unico responsabile della fine del mandato Marino è Marino stesso. Utilizza i social network Orfini per fare il punto della situazione, a 24 ore dalle dimissioni di massa dei consiglieri dem e dalle pesanti accuse del primo cittadino che ieri, in una gremitissima sala della Protomoteca, ha accusato senza mezzi termini il suo partito di averlo «accoltellato» su richiesta di «un unico mandante», cioè Matteo Renzi. Un'accusa che il segretario-premier rimanda al mittente: «Ma quale mandante, ma quale congiura. Una città o funziona o non funziona, se non funziona bisogna prenderne atto», ha tuonato.



L'epilogo della vicenda romana non ha fatto altro che rimarcare ancora una volta il profondo solco della frattura tra il Pd ed il sindaco «marziano». Un rapporto turbolento finito nel peggiore dei modi, con i consiglieri dimissionari chiusi nel silenzio e un partito ai minimi termini, senza segretario ormai da un anno e con l'incognita congresso, quando incombe una campagna elettorale che potrebbe segnare il definitivo colpo di grazia. Per questo si starebbe pensando ad un «dream team» - sulla falsariga di quello che affiancherà il nuovo commissario in Campidoglio - che potrebbe accompagnare o sostituire lo stesso Orfini. È stato lo stesso presidente Pd oggi sulla stampa a esprimere interrogativi sul suo futuro come commissario del partito romano.



«Aiutare Marino è stato il mio principale obiettivo. Gli ho fatto da scudo umano», scrive Orfini sul proprio profilo Facebook sottolineando però che «c'è un punto oltre il quale non si deve mai andare: se continuare significa danneggiare la città occorre fermarsi». «Perché - spiega - la perdita di credibilità e autorevolezza del sindaco, di cui solo lui è responsabile, non la possono pagare i cittadini». Ora, continua Orfini, bisogna «costruire un progetto vincente intorno ad un'idea di cambiamento della città».



Stesso pensiero espresso dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che fino a oggi aveva deciso di tenere un basso profilo sulla vicenda Marino. «Ovviamente a me dispiace moltissimo, umanamente e politicamente per tutto - dice -. Ora tutti i cittadini ci chiedono non le polemiche ma soprattutto, a chi ha responsabilità, buon governo ed efficienza, e quindi bisogna aprire una nuova fase».



Il rischio, è il pensiero ricorrente nei corridoi, è che non ci sia più tempo, con quelle firme dal notaio che aleggiano come uno spettro sul destino del partito dove si è già al lavoro per convincere i numerosi indecisi a restare.



«Marino ha fatto cose buone e importanti che gli vanno riconosciute. Ma il racconto autoassolutorio che nel momento dell'addio ha offerto rabbiosamente alla città è semplicemente ridicolo. Perché la vera discontinuità c'è stata dopo Mafia Capitale quando in Giunta è arrivato Sabella e quando il Pd è stato commissariato», ha scritto ancora Orfini.



«Se qualcuno ha nostalgia del partito di prima, di quello che non si accorgeva di Mafia Capitale, che sapeva solo chiudersi nei circoli a litigare, che vincolava le proprie scelte al mantenimento degli equilibri tra le correnti, si rassegni: non tornerà», ha aggiunto.



«Un partito che si chiama Democratico non ha e mai avrà paura del giudizio degli elettori. A noi sta costruire un progetto vincente intorno ad un'idea di cambiamento della città», ha continuato il Commissario del Pd di Roma.